REDAZIONE BRESCIA

Speleologa intrappolata, Alex Bellini condanna la shitstorm contro Ottavia Piana

Post su Instagram dell’esploratore valtellinese: “Questa storia ci racconta di una società che ha smarrito il senso del rischio”

Adro, 17 dicembre 2024 – L’esploratore Alex Bellini si schiera contro lo “shitstorming” che si è scatenato nei confronti di Ottavia Piana, la speleologa rimasta bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno in seguito a una caduta.

Ottavia Piana e Alex Bellini
Ottavia Piana e Alex Bellini

Lo fa con un post su Instagram, scritto questa mattina, martedì 17 dicembre, in cui un lungo testo accompagna una fotografia dell’antro sotto il Sebino e della “collega” rimasta vittima dell’incidente.

La critica

“Penso che la notizia di Ottavia Piana, la speleologa italiana bloccata nella grotta, i soccorsi e il linciaggio mediatico raccontano più della nostra società che della speleologa stessa – scrive Bellini – Questa vicenda mette in luce una società pronta a giudicare chiunque esca dai binari della normalità. Ma dietro questo giudizio si cela la società del ‘non rischio’, ossessionata dal controllo e dalla prevedibilità e chi cerca di rompere questa bolla viene considerato irresponsabile”.

Non solo. Secondo Bellini “la vicenda evidenzia anche la sempre più grande mancanza di empatia. La domanda è sempre la stessa: ‘Perché noi dobbiamo pagare per gli errori degli altri?’. L’idea di collettività e solidarietà – prosegue lo sportivo di Edolo, noto per le sue imprese estreme in giro per il mondo – viene ridotta a un calcolo economico, mentre ci si dimentica che il rischio fanno parte della natura umana”.

Le domande

Il post procede con una serie di domande. “Che società sarebbe se nessuno volesse correre rischi? Me lo sapete dire? Questa storia, in altre parole, parla di noi, di una società che ha smarrito il senso del rischio, della scoperta e dell’errore – continua Bellini – di una comunità sempre più incline al giudizio e sempre meno pronta a tendere la mano. Una società bloccata, essa stessa, in una grotta. Nel mito della caverna di Platone, gli uomini sono prigionieri in una grotta, costretti a guardare solo le ombre proiettate sul muro da oggetti illuminati da un fuoco alle loro spalle".

Queste ombre, prosegue nella sua spiegazione l’esploratore, “rappresentano per loro la realtà, perché non conoscono altro. Solo chi trova il coraggio di liberarsi dalle catene e uscire dalla grotta può scoprire il mondo esterno, la vera realtà, illuminata dal sole. Tuttavia, chi torna nella grotta per raccontare ciò che ha visto viene deriso o persino condannato, poiché la massa non vuole abbandonare illusioni e certezze, che se da un lato la limitano, dall’altro la rassicurano”.