
Brescia, petizione al Comune dopo quindici anni di disagi e costi aggiuntivi
Sott’acqua da 15 anni, ma con le piogge degli ultimi mesi l’innalzamento della falda che allaga cantine e garage è diventato insostenibile. Così i residenti di Fornaci sono tornati a bussare alla porta della Loggia, con una petizione presentata ieri in commissione congiunta urbanistica e ambiente, prima di approdare in consiglio. Il problema è stato illustrato dal primo firmatario, Paolo Natali, che ha ricordato come già nel 2011 fosse stata presentata una petizione analoga. Al tempo si disse che molte aziende avevano chiuso, cessando l’emungimento dell’acqua a scopi industriali. Questo aveva provocato la risalita della falda, che iniziò a entrare nei garage e nelle cantine di Fornaci. Un fenomeno naturale con conseguenze però sulla quotidianità di tanti residenti, che si attrezzarono con pompe, anche due o tre, per tenere all’asciutto gli ambienti domestici.
Con le piogge degli ultimi mesi, il problema è tornato a farsi sentire con estrema criticità. Da qui la nuova petizione, presentata il 17 marzo. "La preoccupazione – ha spiegato Natali – è che si vada a minare la stabilità degli edifici: le strutture non sono tecnicamente idonee per rimanere continuativamente in ambiente allagato. Molte case e depositi commerciali presentano infiltrazioni nei seminterrati, con elevati disagi e persistenti condizioni di insalubrità". Per questo, singoli privati e condomini si sono visti costretti a eseguire opere di deumidificazione, impermeabilizzazione e risanamento (uno degli ultimi preventivi in una casa è di 7mila euro solo per il risanamento), con posa di una o più pompe di rilascio. Oltre alla falda, il timore è che a questa condizione contribuiscano le due rogge in via Fornaci.
La petizione chiede che, dopo 15 anni, si arrivi a una soluzione prima che possano verificarsi situazioni e danni irreparabili. C’è il timore per le eventuali ripercussioni che l’inquinamento dei terreni circostanti possa avere con l’innalzamento delle falde. I residenti chiedono anche di discutere l’eventuale riconoscimento di stato di danno alle proprietà con ristori a risarcimento dei costi per il consumo di energia elettrica da parte delle pompe sommerse.