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Andrea Cassarà, bronzo ad Atene 2004
Brescia, 19 fenbbraio 2025 – Condannato a un anno e quattro mesi (con pena sospesa). Anche se lui si è sempre detto innocente, e fiducioso che presto sarebbe saltata fuori la verità. Si parla dello schermidore olimpico Andrea Cassarà, finito in tribunale con l’accusa di avere filmato con il telefonino due atlete quindicenni che si facevano la doccia negli spogliatoi di un centro sportivo (il San Filippo di Brescia). Ieri il processo celebrato con rito abbreviato si è concluso con una sentenza sfavorevole al campione di Passirano.
Ma l’avvocato che lo assiste, Enrico Cortesi, del Foro di Bergamo, non è tutto sommato scontento, perché la contestazione originaria - tentata produzione di materiale pedopornografico - è stata riqualificata dal giudice nel reato di tentata interferenza illecita nella vita privata.

La difesa
“Certo, speravamo nella piena assoluzione, perché Cassarà riteniamo non abbia fatto nulla - chiarisce il legale, dando per scontato il ricorso in appello - La riqualificazione è comunque già un risultato, quantomeno si è tolta a questa vicenda l’accezione sessuale. Durante la discussione avevamo evidenziato che anche qualora fosse stato il mio assistito a fare la ripresa, cosa che non corrisponde al vero, non poteva sapere che le ragazze in doccia fossero minorenni: al centro sportivo infatti era in corso una manifestazione di pallamano della Leonessa, categoria senior”.
L’episodio
L’episodio risale al 20 ottobre 2023. L’inchiesta prese le mosse dalle denunce delle presunte parti offese (ora parti civili, per le quali è stato disposto un risarcimento di 4mila euro ciascuna) arrivate in tempi diversi. Le atlete riferirono che qualcuno le aveva spiate - fotografate o filmate - mentre si lavavano. All’improvviso una - l’altra era di schiena - avrebbe notato sbucare dall’alto una mano con uno smartphone, e il lampo di un flash. Le urla della ragazza avrebbero messo in fuga il presunto spione, del quale non aveva visto il volto. Le telecamere interne alla palestra e quelle all’esterno avrebbero, stando all’accusa, collocato il fiorettista azzurro, quel giorno al San Filippo per organizzare un evento, in un punto compatibile con quello riferito nella denuncia. Le immagini lo mostrerebbero mentre si allontana dagli spogliatoi, in un orario coincidente con le dichiarazioni della quindicenne. La consulenza informatica sullo smartphone di Cassarà inoltre avrebbe evidenziato la cancellazione di alcuni file (ma non è stato possibile ricostruire quali).
Il pm Ettore Tisato aveva chiesto una condanna a un anno e dieci mesi. Il gup, Andrea Guerrerio, si è convinto della colpevolezza dell’imputato, ma delle accuse ha dato una nuova lettura. Quale, lo chiarirà nelle motivazioni della sentenza, tra 60 giorni.