Brescia – Stava per essere espulso per aver violato il divieto di reingresso in Italia. Ma il tribunale di Brescia ha fermato tutto: l’uomo, un 30enne, aveva presentato in Lombardia una domanda di protezione internazionale perché nell’area dell’Albania di cui è originario vige il Kanun (una sorta di codice orale che disciplina l'onore, il giuramento e la vendetta) per cui quest’uomo rischierebbe la vita. Ma andiamo con ordine.
Il fermo in Valchiavenna
Kristian M, 30enne albanese, ieri, sabato 22 giugno, era stato fermato in Valchiavenna dalla polizia. Una volta identificato, dalle verifiche fatte sul posto dagli agenti è emersa una condanna per violazione al divieto di reingresso in Italia nel marzo 2024 (oltre a una condanna per reclutamento e sfruttamento della prostituzione). Kristian M., è stato dunque arrestato di nuovo e messo a disposizione dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Sondrio che ha emanato un nuovo decreto di espulsione oltre a disporre il trasferimento del 30enne albanese presso il Cpr di Bari.
Lo stop del tribunale di Brescia
Kristian M è stato così trasferito e trattenuto nel Cpr di Bari in attesa di essere espulso e rispedito in Albania, quando il decreto è stato improvvisamente revocato dal Tribunale civile di Brescia. Il 30enne è stato liberato liberato ed è tornato in Lombardia grazie a una sua domanda pendente di protezione internazionale. L’Albanese vivrebbe in un’area del suo Paese dove è in vigore il Kanun, un codice orale che disciplina l'onore, il giuramento e la vendetta. La vita dell'uomo, assistito dall'avvocato Stefano Afrune, sarebbe a rischio in caso di rientro per una faida familiare legata un presunto debito contratto dal padre.
La precedente espulsione
Già l'anno scorso Kristian M era stato espulso dopo un periodo al Cpr di Bari. Dal nord dell'Albania era poi scappato dopo aver subito un attentato ed era rientrato in Italia. Lo scorso marzo nel Bresciano era stato arrestato per la violazione del divieto di reingresso in Italia e per aver fornito false generalità ai poliziotti. Per questa vicenda era stato poi condannato a un anno di reclusione, pena sospesa.