REDAZIONE BRESCIA

Dal lago di Lucone riemerge un bimbo di 4mila anni fa. E ora si cerca il fratellino

Ritrovato un piccolo scheletro dell'Età del Bronzo, ma ce ne sarebbe un secondo: per gli archeologi del sito Unesco è una scoperta stupefacente

Gli scavi archeologici a Lucone di Polpenazze (foto da pagina Facebook "Scavi al Lucone")

Lucone di Polpenazze (Brescia), 29 agosto 2018 - Frammenti di storia che raccontano di un passato lontano più di 4000 anni. Gli scavi del lago Lucone di Polpenazze, nel Bresciano, il sito palafitticolo scoperto nel 1965 e patrimonio Unesco dal 2011, hanno portato alla luce forse il reperto più sorprendente degli ultimi anni. E' Lo scheletro di un bambino nato e vissuto in quei tempi, prima del 2000 avanti Cristo nell'antica Età del Bronzo. Gli archeologi, ricercatori e volontari (dai 10 ai 20 ogni giorno) sono riusciti a ricomporlo in buona parte, la mascella inferiore con quattro denti, le ossa delle costole e del bacino, le due piccole tibie.

Una scoperta stupefacente, annunciata quando mancano ormai pochi giorni alla chiusura della campagna di scavi (che terminerà il 31 agosto) e che si ripete ogni anno e solo d'estate. La storia adesso è davvero tutta da scrivere, perchè sono passati giusto sei anni (era il 2012) dal recupero del teschio di un bambino morto di otite, chiamato "Gabri". "Il teschio del bambino lo stanno studiando a Padova - spiega Marco Baioni, direttore del Museo archeologico di Gavardo, che da anni segue e coordina gli scavi di Polpenazze - e non possiamo escludere che sia lo stesso. Ma saranno gli antropologi a dirlo, e in ogni caso si potrebbe fare anche il test del Dna". I fanciulli quadrimillenari nascosti dal fango del Lucone sarebbero almeno due.