FEDERICA PACELLA
Cronaca

Aree umide da salvaguardare. Osservato speciale il lago d’Idro: "Il biotopo rischia di sparire"

Brescia, preoccupa il progetto di nuove opere di presa. In caso di siccità come nel 2022 sarebbe un disastro. Il commissario europeo: in presenza di modifiche significative procedura da riavviare con consultazione pubblica.

Sull’annosa questione del progetto riguardante il lago d’Idro, il commissario europeo all’Ambiente Jessika Roswall di fatto ha chiesto all’Italia spiegazione sulle procedure

Sull’annosa questione del progetto riguardante il lago d’Idro, il commissario europeo all’Ambiente Jessika Roswall di fatto ha chiesto all’Italia spiegazione sulle procedure

Tagli indiscriminati della vegetazione, anche nei periodi riproduttivi, cementificazione, oltre che cause naturali come i lunghi periodi di siccità. Anche nelle province lombarde, sono numerose le minacce alle zone umide, di cui doman ricorre la Giornata mondiale che ricorda la firma della storica Convenzione di Ramsar. Secondo l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federazione Italiana della Caccia, in Italia la situazione generale non è sufficiente: nonostante la designazione di 66 siti (di cui 6 in Lombardia), molte aree umide scompaiono, subiscono degrado oppure non sono gestite correttamente, col risultato di un impoverimento della biodiversità e una diminuzione delle presenze di uccelli acquatici. Non esiste purtroppo in Italia, a differenza di altri Paesi, una legge nazionale che preveda espressamente la conservazione e la corretta gestione delle zone umide, ma soltanto la ‘protezione’ qualora inserite in aree protette.

Per quanto riguarda la Lombardia, "le poche aree umide che c’erano – commenta il coordinatore scientifico dell’Ufficio Studi, Michele Sorrenti – sono state bonificate in passato a favore dell’agricoltura intensiva. Quelle esistenti soffrono di poca o non adeguata gestione. Tanti i tagli indiscriminati nei fossi irrigui e la cementificazione, il consumo di suolo, le risaie in asciutta". L’impatto su una zona umida, quella del biotopo del lago d’Idro, è anche una delle preoccupazioni degli attivisti che, da anni, contestano il progetto delle nuove opere di presa dall’Eridio, che porterebbero ad aumentare l’escursione del lago (come è successo, del resto, nell’emergenza della grande siccità del 2022), con conseguenze potenzialmente dannose per l’area del biotopo, ambiente umido unico nel suo genere per la nidificazione di specie di uccelli protette o in forte regresso.

Ultimo capitolo dell’annosa questione è la bacchettata arrivata dal commissario europeo all’Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva Jessika Roswall, che, il 29 gennaio, ha risposto all’interrogazione presentata a dicembre dall’europarlamentare Gaetano Pedullà sul mancato rispetto delle direttive comunitarie in materia di informazione ambientale e partecipazione pubblica. Il commissario, come spiegato dall’ex consigliere Pat Alex Marini, ha ribadito che, in caso di modifiche significative al progetto, è necessario avviare una nuova procedura di Via, inclusa una consultazione pubblica, invitando implicitamente le autorità italiane a fornire spiegazioni esaustive sulle procedure seguite nel caso del Lago d’Idro.

Federica Pacella