di Federica Pacella
Artigiani sempre più digitali, ma la pubblica amministrazione non ha tenuto il passo del settore privato. Lo denuncia il presidente di Assoartigiani Bortolo Agliardi che, commentando il 2020, sottolinea come anche le micro-imprese più restie hanno imboccato ormai la strada della trasformazione digitale. "Questa accelerazione – sottolinea Agliardi – ha assicurato di fatto un’ulteriore spinta alla semplificazione del mondo produttivo, che si scontra ancora una volta, con il ritardo di revisione dell’impianto burocratico della Pubblica Amministrazione del nostro". Anche lo smart-working avrebbe penalizzato tempi e qualità dei servizi offerti dai Comuni alle imprese. "Si registrano dai 50 ai 70 giorni di attesa per accedere a visure documentali da archivi del patrimonio costruito", sottolinea Agliardi.
Guardando allo stato di salute del comparto, nel 2020 si sono registrate -619 unità, confermando il decremento costante rispetto al 2009 quando le imprese artigiane erano 38.557, 5mila in più di oggi. Nel secondo semestre, dall’indagine fatta da Assoartigiani su 1.500 imprese emerge un leggero recupero del fatturato: un 25% di imprese dichiara un aumento, contro il 3% del primo semestre, il 29% in diminuzione (ma erano il 77% nel primo semestre). Il maggior recupero si vede in Valle Sabbia (59%) e Brescia Est (52%). Si mantiene stabile l’occupazione così come l’accesso al credito, mentre si aggrava il fenomeno dell’abusivismo, soprattutto in acconciatura, estetica e massaggi. La difficoltà nel reperire mano d’opera specializzata tocca il record degli ultimi 5 anni: il 43% delle imprese dichiara di far più fatica, contro il 16% del semestre precedente, con punte nel settore elettrico, servizi vari e meccanica faticano a trovare lavoratori.
Le prospettive? Il 56% delle imprese artigiane prevede stabilità nella produzione e nel fatturato; migliora anche l’indice di fiducia. "La vera incognita – conclude Agliardi - è capire cosa accadrà quando le politiche straordinarie di sostegno, a partire dal blocco dei licenziamenti. Sarebbe auspicabile una Proroga del super bonus 110% almeno al 2025. Le misure andrebbero accompagnate da una semplificazione normativa che superi un percorso complicato e spesso inutilmente gravoso".