Al via, ieri, l’udienza preliminare per il professore di Religione arrestato lo scorso giugno con l’accusa di pedopornografia. Il pm Alessio Bernardi gli contesta anche il reato di atti sessuali con minori, nello specifico con un’allieva sedicenne. Gli avvocati Giovanni Frattini e Domenico Servillo hanno chiesto il rito abbreviato condizionato a una – corposa – produzione documentale. La Procura ha preso tempo per visionare i documenti ed esprimersi sulla compatibilità con il rito alternativo, e l’udienza è stata aggiornata al 25 febbraio. Ieri si è registrata anche la costituzione di parte civile dell’alunna, dei suoi genitori e della sorella, assistiti dagli avvocati Francesca Garisto e Alessia Turci del Fori di Milano.
Sposato e padre di bimbi piccoli, l’imputato è un professionista quarantenne che insegna in un istituto superiore in città. Ieri non c’era in udienza. Era finito ai domiciliari – ma dal 31 dicembre è libero – dopo una perquisizione scattata in seguito alla denuncia della famiglia della studentessa, allarmata per la scoperta nel cellulare della giovanissima di immagini e messaggi scambiati con il prof, un uomo insospettabile pieno di amici e interessi, stimato a scuola e molto attivo nel sociale. Messaggi tali da aver indotto i genitori dell’alunna a denunciare l’accaduto alla Polizia.
La Mobile aveva dato un’occhiata al tablet, al computer e al telefono dell’insegnante: il rinvenimento di materiale pedopornografico aveva fatto scattare l’arresto in flagranza. Stando alla consulenza informatica dell’accusa, l’imputato era un abituale frequentatore di siti pedopornografici. Non solo: avrebbe avuto incontri fisici con l’allieva.
Beatrice Raspa