Montisola (Brescia), 28 maggio 2024 – All’apparenza si trattava di imprese agricole specializzate nella coltivazione della canapa sativa, la variante della marijuana legale, con un principio attivo molto ridotto. In realtà altro non erano che schermi di fabbriche di giganteschi quantitativi di droga. Anche droga "sperimentale" e nuova, trattata chimicamente per potenziarne l’effetto psicotropo. Si parla di tre aziende di Montisola, Gussago e Bedizzole, nel mirino della Finanza che nel corso di un’indagine durata un paio d’anni ha sequestrato quasi 2,5 tonnellate di stupefacenti. Perlopiù marijuana essiccata e pronta per essere lavorata ed immessa nel mercato, hascisc (4 chili) ma anche Esaidrocannabinolo Hhc (mezzo chilo), una droga che all’epoca del pionieristico rinvenimento – era l’autunno 2022 – non era nemmeno classificata nelle tabelle ministeriali, e che solo il sequestro in provincia di Brescia – il secondo in Italia e comunque il più ingente – ha spinto il Ministero della Salute a inserirla nell’elenco della sostanze vietate.
L’inchiesta, condotta dai pm Alessio Bernardi ed Erica Battaglia e tuttora in corso, solamente nelle scorse ore è sfociata nell’esecuzione di otto misure cautelari. Ma pure in nuovi sequestri conclusi ieri, consistenti in ulteriori 150 kg di marijuana, 2100 piantine in vegetazione (di cui alcune erano arrivate in un negozio di Reggio Calabria), 39 confezioni monodose di “erba”, 9mila euro in contanti, 4 Rolex, documenti e nove macchinari per trattare lo stupefacente. In manette sono finiti Alessandro Uberti, ventisettenne di Bedizzole, e Giangiacomo Betella, 35 anni, di Padenghe, in carcere. Ai domiciliari, invece, Domenico Diana, 36enne di Remedello, Arthur Edwin Kenny, trentacinquenne di Lonato del Garda, Vincenzo Vivaldini, 37 anni, di Ospitaletto, ed Emiliano Milzani, 54 anni, di Bedizzole. Il gup Angela Corvi ha infine disposto l’obbligo di dimora per il cinquantacinquenne di Rodengo Davide Codenotti e il divieto di dimora nel Bresciano per Rosolino Ghisleri, 54 anni, di Bedizzole.
Coltivazione, produzione e spaccio sono i reati contestati al sodalizio. Per l’accusa il ruolo imprenditoriale e di vertice spettava in via prioritaria a Uberti, mentre gli altri arrestati – nel complesso gli indagati sono 14 – per gli inquirenti si occupavano di coltivazione, raccolta, lavorazione e smercio.
Le indagini si sono sviluppate dal monitoraggio delle tre aziende agricole in questione, di cui due sulla carta figuravano appunto in regola, quando stando alla procura erano la copertura di piantagioni su larga scala di di marijuana illegale e - in un caso - una rete strutturata di negozi a valle per la rivendita, in un altro invece con un presunto titolare diciottenne (un prestanome). Le analisi sulle sostanze sequestrate hanno rivelato alti valori di Thc, il principio attivo a elevato effetto stupefacente.