
Da sinistra, il dottor Danilo Zani e il dottor Carlo Gastaldi (Fotolive)
Brescia, 20 maggio 2015 - E' attiva da pochi giorni, ieri c’è stata l’inaugurazione ufficiale, eppure sono già una decina gli uomini che si sono rivolti all’Istituto clinico Città di Brescia dove è stata aperta la prima banca del seme per la crioconservazione ( in azoto a -196 gradi) omologa dei gameti maschili. È la prima aperta nel Bresciano. «La crioconservazione del seme o del tessuto testicolare – spiega il dottor Carlo Gastaldi, responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’istituto che appartiene alla galassia del gruppo San Donato – dà l’opportunità di conservare i propri gameti a chi potrebbe vedere a rischio la propria fertilità per trattamenti medici o chirurgici. Pensiamo ad esempio a soggetti che dovono essere sottoposti a chemioterapia durante l’età riproduttiva».
Il programma è aperto a tutti. «Anche per chi ha deciso di crioconservare il proprio campione a scopo preventivo», chiarisce Gastaldi. Ogni paziente resterà proprietario dei propri gameti che non potranno essere donati e quindi utilizzati per uso eterologo. «Eventuali richieste post mortem non potranno essere prese in considerazione – ricorda Gastaldi – Il campione conservato sarà eliminato alla scadenza del contratto con il paziente». I costi? Sono 600 euro per la raccolta spontanea e 700 euro per la raccolta mediante biopsia testicolare. «Ogni anno ci sarà poi da versare un abbonamento annuale tra i 120 e i 150 euro». Il programma va ad affascinarsi alla banca per la crioconservazione degli ovuli e degli embrioni già esistente alla Città di Brescia.
«Abbiamo una grande esperienza in questo campo – ricorda Marco Centenari, amministratore delegato degli ospedali bresciani del gruppo (oltre alla Città di Brescia fanno parte di San Donato anche la clinica San Rocco di Ome e l’istituto S.Anna) – E ora abbiamo deciso di offrire un’opportunità in più». Lo ricorda anche Paolo Rotelli, vicepresidente del gruppo. «I nostri pazienti – spiega – potranno così avere un percorso clinico diagnostico completo». Per questo lavoreranno insieme l’unità di Ginecologia e quella di Urologia. «L’interdisciplinarietà è il fattore che fa la differenza – spiega il dottor Danilo Zani, responsabile di Urologia alla Città di Brescia – Questo è fondamentale nella medicina della riproduzione che deve vedere una stretta collaborazione tra le due unità operative così da fornire un approccio più completo alla coppia e non al singolo soggetto».