REDAZIONE BRESCIA

Base jumper scomparsa nella zona del Garda, ritrovata senza vita

La sportiva di origini russe non era rientrata nella serata del 25 aprile da un salto che avrebbe dovuto compiere sul Monte Brento, in Trentino. Mobilitate diverse squadre dei vigili

L'elicottero del Soccorso alpino e speleologico

L'elicottero del Soccorso alpino e speleologico

Brescia, 26 aprile 2025 – È stato ritrovato poco prima delle 10 il corpo della base jumper russa di 56 anni le cui ricerche erano cominciate ieri sera per il mancato rientro dopo un lancio con la tuta alare dal Monte Brento. La donna è stata trovata da una squadra di terra del Soccorso Alpino in una zona impervia nel bosco a una quota di circa 700 metri, 180 metri più a valle dell'exit Eagles sul monte Brento, fra la via del Boomerang e lo scudo di Cima alle Coste (Dro). Da una prima ricostruzione è probabile che la base jumper non sia riuscita ad aprire il paracadute, dopo essersi lanciata con la tuta alare. 

Partono le ricerche

L'allarme al  112 era scattato intorno alle 19.40 di ieri sera, poiché la donna non ha fatto rientro all'alloggio. La macchina è stata ritrovata nel parcheggio dove l'aveva lasciata. Da una prima ricostruzione del Soccorso alpino e speleologico trentino, pare che la base jumper sia salita con altre persone fino all'exit prescelto e che queste persone abbiano poi proseguito per raggiungere il Becco dell'Aquila.  

Della base jumper russa si sono perse le tracce dalla zona della Cima alle Coste. L'allarme è stato lanciato nella serata del 25 aprile
Della base jumper russa si sono perse le tracce dalla zona della Cima alle Coste. L'allarme è stato lanciato nella serata del 25 aprile

Scatta l’allarme 

Le ricerche sono cominciate nella serata del 25 aprile coinvolgendo le squadre della stazione Riva del Garda del Soccorso alpino e speleologico che hanno cominciato a perlustrare la parte alta della montagna, aiutati dalla luce della fotoelettrica dei vigili del fuoco che ha illuminato a giorno la parete. Nel frattempo si è alzato in volo anche l'elicottero, con a bordo due tecnici di elisoccorso del Soccorso alpino e un operatore della stazione di Riva del Garda, per effettuare un sorvolo sulla zona dell'ipotetica traiettoria di volo, ma senza esito.  

Tecnologia in campo  

Sono stati utilizzati anche i droni dei vigili del fuoco con le termocamere. Le operazioni stanno proseguendo anche nella mattinata di oggi. Un ulteriore sorvolo dell'elicottero non ha dato risultati, mentre le squadre di soccorritori da Riva del Garda, Val di Ledro e Trento Monte Bondone del Soccorso alpino stanno setacciando via terra la parte alta della montagna.  

Matteo Rodolfo Maranca, 33 anni, morto dopo uno schianto fatale con la tuta alare a Tremosine
Matteo Rodolfo Maranca, 33 anni, morto dopo uno schianto fatale con la tuta alare a Tremosine

Il tragico precedente 

Un incidente simile a quello accaduto alla base jumper russa si era verificato lo scorso dicembre nel Bresciano, a  Tremosine, ed era costato la vittima a un jumper piemontese di 33 anni, Matteo Rodolfo Maranca, di origini cubane e residente nel Torinese. Il giovane, conosciuto con il soprannome di Matè Charro, era molto conosciuto sui social dove postava molti video dei suoi lanci, e dove era particolarmente seguito e amato.

L’incidente era avvenuto sulla falesia che sovrasta Campione del Garda, unica frazione di Tremosine che dà sul lago, località amatissima del Benaco, scelta per la pratica di sport estremi legati all’acqua e al vento. Quando si è lanciato era solo. Un amico lo stava aspettando vicino alla riva del lago, pronto a recuperarlo una volta atterrato. Subito dopo il salto è scomparso.