Brescia, 17 agosto 2018 - «Stanno bene e sono in costante miglioramento» i sei piccoli pazienti attualmente ricoverati agli Spedali Civili di Brescia che hanno contratto l’infezione da Serratia marcescens o sono stati colonizzati dal microrganismo. Lo ha riferito il direttore generale dell’Asst Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri.
Su quanto accaduto nella terapia intensiva neonatale del Civile, dove un gemellino prematuro è deceduto dopo aver contratto l’infezione, è intervenuta anche la Società italiana di neonatologia: «Deve essere chiaro che un neonato di peso inferiore a un chilo è estremamente vulnerabile e che le epidemie nelle terapie intensive neonatali sono oggi eventi ineluttabili; l’impegno quotidiano del personale nel tentativo di ridurle è sempre al massimo, ma non è possibile annullarle».
La Sin, esprimendo «vicinanza al dolore dei genitori», reputa «necessaria un’informazione che non generi impressioni sbagliate, oltreché insicurezza e rabbia ingiustificata nei genitori di questi piccolissimi e fragili pazienti». Sugli avvisi di garanzia arrivati al personale del reparto, sottolinea che «essere indagati per omicidio colposo per la morte, ancorché dolorosa, di un neonato di questo peso che necessita cure intensive è difficilmente accettabile, anche se è un atto dovuto a garanzia degli interessati». «L’Italia è tra i primi paesi al mondo per una bassa mortalità, ma dobbiamo essere consapevoli che se si tratta di piccoli pazienti in condizioni critiche il rischio è altissimo - conclude la società scientifica -. Tuteliamo il diritto alla salute, ma non creiamo false aspettative che possano innescare reazioni sbagliate e pericolose contro i medici, ed annullare il patrimonio di motivazione del personale sanitario».