Bedizzole (Brescia), 30 gennaio 2020 - Raccolta fondi, sostegno alla famiglia di Francesca, corteo per dire basta alla violenza sulle donne. E tanta rabbia. Tutto il paese si è mobilitato dopo la terribile vicenda dell’omicidio di Francesca Fantoni, 39enne uccisa a calci e pugni sabato sera nel parco e trovata morta solo lunedì mattina, piena di lividi e semi-nuda, tra i rovi. A ucciderla è stato un compaesano, Andrea Pavarini, 32 anni, padre di un bimbo di tre mesi. "Sì, sono stato io – ha ammesso ieri per la prima volta in carcere durante l’interrogatorio di convalida –. Abbiamo avuto una discussione". L’uomo, giardiniere, definito da chi lo conosce ‘strano’, problematico e solitario, è stato incastrato dalla felpa sporca di fango e sangue che i carabinieri hanno trovato nella cesta della biancheria di casa sua.
Quel sangue, hanno decretato le analisi, ha il profilo genetico della vittima. Un particolare di fronte al quale Pavarini, fermato la notte tra lunedì e martedì dopo un interrogatorio di 15 ore, ha ceduto, e ha ammesso le responsabilità pur senza fornire giustificazioni dell’aggressione. "Il mio assistito è molto scosso", spiega il suo avvocato Ennio Buffoli. Investigatori e inquirenti sono orientati verso un movente sessuale, di cui potranno avere conferma solo domani, giorno dell’autopsia. Il sospetto è che Francesca, "Kekka" per tutti, affetta da lieve ritardo cognitivo, esuberante, buona e fiduciosa, sia stata oggetto di una tentata violenza, se non di un abuso consumato.
Da una prima ispezione cadaverica la 39enne è stata pestata a sangue. Le telecamere la inquadrano sabato all’ora dell’aperitivo in compagnia di amici nel bar Le Terrazze, proprio di fronte al parco. Le immagini mostrano Pavarini avvicinarsi a Francesca, la quale vedendolo si rabbuia. Alle 20,30 si allontana da sola con lui. Da quel momento, di lei non si sa più nulla. Il suo telefono risulta irraggiungibile. Verrà ritrovato rotto in un angolo della piazza domenica pomeriggio. Il giardiniere riappare alle telecamere di un altro bar alle 22. Ha indosso la stessa felpa, solo che adesso è sporca. Sangue di Francesca, uccisa tra le 20,30 e le 22. Oggi, il corteo contro le violenze: tutti sono invitati a partecipare dipingendosi sotto un occhio un segno rosso, simbolo della campagna "#Non è normale che sia normale", per testimoniare l’indignazione. E oltre 30 negozianti hanno partecipato alla raccolta fondi per la famiglia della vittima.