BEATRICE RASPA
Cronaca

Bedizzole, consulenza genetica per l’omicidio di Francesca Fantoni

La Procura ha dato l’incarico di studiare le tracce biologiche prelevate dalla vittima trovata morta e seminuda nel parco pubblico

Francesca Fantoni uccisa a Bedizzole

Bedizzole (Brescia), 7 febbraio 2020 - Continua l’indagine sull’omicidio di Francesca Fantoni, la 39enne di Bedizzole pestata, violentata e strangolata la sera del 25 gennaio scorso nel parco pubblico del paese. Ora la parola passa ai consulenti. Ieri la Procura ha incaricato il professor Andrea Verzeletti della Medicina legale di Brescia di eseguire una consulenza genetica sulle tracce biologiche prelevate dalle parti intime della vittima, abbandonata dietro i cespugli e ritrovata piena di lividi e semi-spogliata solo il lunedì mattina seguente. Ma anche su un pelo recuperato sul viso di Francesca, sui suoi abiti e su quelli indossati quella sera da Andrea Pavarini, il 32enne bedizzolese in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalla violenza sessuale. Verzeletti si è preso 60 giorni per svolgere gli accertamenti e confermare i profili genetici. 

«Sì, l’ho uccisa io - ha ammesso il giardiniere in carcere durante l’interrogatorio di convalida del fermo, senza però spiegare il movente dell’aggressione – Avevamo litigato». Il legale dell’uomo, Ennio Buffoli, a sua volta ha incaricato un consulente, nello specifico lo psichiatra Giacomo Filippini. Intende infatti valutare lo stato psicologico del suo assistito. «Pavarini appare completamente in trance, è difficile persino comunicare con lui», dice l’avvocato che anche ieri lo è andato a trovare a Canton Mombello. Padre di un bimbo di tre mesi, descritto da molti compaesani come soggetto problematico e incline a infastidire le donne, il 32enne stando all’ordinanza di convalida è caratterizzato da una «allarmante carenza di autocontrollo e una vera e propria ossessione per la sfera sessuale, tale da renderlo incapace di controllare le proprie pulsioni».

A suo carico vi sarebbero un grave quadro indiziario, rischio di reiterazione del reato e rischio di fuga. La sera del 25 gennaio all’ora dell’aperitivo aveva incontrato Francesca-Kekka, un lieve ritardo cognitivo, al bar Le Terrazze, di fronte al parco. La 39enne era con amici. Alle 20,30 le telecamere del locale lo inquadrano mentre la avvicina- e lei si rabbuia – e poi si allontana da solo con la donna, di cui da quel momento non si è più saputo nulla. Pavarini invece è riapparso alle 21,45 in un altro bar del paese, il Dreb Cafè, a omicidio compiuto. Era pieno di graffi, con la mano sinistra gonfia per la frattura di un dito, la felpa chiara chiazzata di fango e sangue. Sangue della vittima, hanno decretato gli accertamenti medico legali. L’autopsia ha rivelato che è stata pestata, obbligata a rapporti sessuali violenti e poi strangolata.