Tredici anni dopo la confisca alla mafia, l’ex Hotel Fornaci torna al servizio della comunità nel nome di Emanuela Loi. È stato intitolato, infatti, alla giovane agente della Polizia di Stato componente della scorta del magistrato Paolo Borsellino morta a Palermo il 19 luglio 1992 nella Strage di via D’Amelio, l’immobile di via Corsica confiscato alla criminalità organizzata. "Un luogo di conversione – ha ricordato l’assessore ai Servizi sociali Marco Fenaroli – perché è stato un luogo di sfruttamento e perdizione, di lusso per i criminali. Una volta sequestrato, è diventato rifugio illegale di persone che vivevano ai margini e in povertà. Oggi diventa luogo di accoglienza". Concesso in utilizzo alla cooperativa sociale “La rete“, l’immobile, parzialmente ristrutturato, ospita un nuovo sportello Help Center per servizi a favore di persone in condizioni di grave marginalità e senza fissa dimora. Lo sportello, che affiancherà quello di viale della Stazione 80 attivo da gennaio 2017, si occuperà del monitoraggio e dell’analisi dei bisogni delle persone fragili e del loro orientamento, facilitando l’accesso ai servizi esistenti sul territorio. "Il riutilizzo dei beni confiscati è un riconoscimento fisico e morale alla società per i danni subiti – ha commentato il prefetto Andrea Polichetti -. Vince la legalità, i cittadini, Brescia: vince la Repubblica". Al taglio del nastro autorità ed anche il direttore dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, Maria Rosaria Laganà, già prefetto a Brescia. "Il percorso per arrivare al riutilizzo è complicato, ci vuole tanto tempo, perché il patrimonio confiscato presenta spesso criticità, giudiziarie, presenza di ipoteche e inagibilità" ha detto.
CronacaBeni confiscati alla mafia. L’ex hotel Fornaci alla città nel nome di Emanuela Loi