Brescia – Mentre la bimba di tre anni rimasta ferita a Capodanno da un colpo della pistola del padre è in coma all’ospedale in gravissime condizioni, il sindaco di Gardone Val Trompia Giuliano Brunori chiede di “non demonizzare” le armi e ricorda che nel suo comune – dove ha sede la multinazionale delle armi da fuoco Pietro Beretta – “c’è la cultura del rispetto dell’arma”, nonché una “tradizione di oltre 200 anni” nella produzione di armamenti.
Il primo cittadino ha dichiarato che “ciò che è accaduto in casa della bambina, purtroppo, credo si possa definire una tragica fatalità, chi ha dei bambini sa quanto siano imprevedibili ed è davvero difficile capire come siano andate realmente le cose. Quel che è certo è che siamo davanti ad un evento drammatico, ma non vorrei demonizzare l’arma in sé”.
La piccola, che è stata sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla testa, è attualmente ricoverata in coma in terapia intensiva agli Spedali Civili di Brescia. Sulla dinamica dello sparo, per ora, non si è fatta chiarezza: il punto è chiarire se a premere il grilletto della pistola – che comunque era carica e senza sicura – sia stata la bimba oppure la sorellina di 5 anni, che era con lei in giardino quando è esploso il colpo.
Nel frattempo il padre, proprietario della pistola, è stato indagato dalla Procura per omessa custodia dell’arma: la legge impone infatti che che le armi da fuoco vengano custodite in spazi dedicati, come celle sicure o armadi chiusi a chiave, e che munizioni e armi siano conservate separatamente.
In queste ore drammatiche, il sindaco di Gardone Val Trompia ha chiarito il suo comune “è zona di produzione di armi da caccia e da difesa e ha una tradizione di oltre 200 anni”. La “caccia qui è molto forte, per cui è difficile non trovare un’arma in una casa Gardonese”, ha aggiunto poi, spieganto che che “molti le usano per la caccia e molti altri per le attività sportive, basti pensare che quest’anno la Beretta Armi ha vinto 14 medaglie su 15 nel tiro a volo olimpionico”.
“Vale però la pena sottolineare che di fronte alla presenza di tante armi, qui non si è mai verificato un omicidio per armi da fuoco”, ha rimarcato Brunori. “Il fatto che ci siano tante armi non vuol dire che vengano usate male o indiscriminatamente”. Del resto, ha concluso, “il perché la bambina abbia trovato quella pistola è nei misteri. Che cosa sia successo e come siano andate le cose sarà la magistratura a dirlo”.