BEATRICE RASPA
Cronaca

Bimbo malato di tumore. Arrestati tre finti medici

Avrebbero convinto i genitori ad abbandonare le terapie tradizionali. Sotto accusa per esercizio abusivo della professione, truffa e lesioni.

Avrebbero convinto i genitori ad abbandonare le terapie tradizionali. Sotto accusa per esercizio abusivo della professione, truffa e lesioni.

Avrebbero convinto i genitori ad abbandonare le terapie tradizionali. Sotto accusa per esercizio abusivo della professione, truffa e lesioni.

Avrebbero convinto i genitori di un bimbo di due anni malato di tumore ad abbandonare la medicina tradizionale per affidarsi a una misteriosa e salvifica terapia alternativa, effettuata a distanza mediante un macchinario Scio localizzato negli Stati Uniti. Un macchinario dai superpoteri - l’utilizzo dei campi magnetici e della fisica quantistica - sconosciuto al ministero della Salute, ma che a loro dire avrebbe fatto miracoli. Peccato che i protagonisti della vicenda, tutti arrestati, non fossero manco medici: Sara Duè, 40enne di Bologna, Flavia Piccioni, 39enne di Terni, e Yuri Tassinari, 46enne di Ferrara sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della pm Benedetta Callea, che contesta a vario titolo tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione, truffa e lesioni.

A dare avvio all’indagine erano stati proprio la mamma e il papà del piccolo, che dopo avere sottoposto il figlio al trattamento alternativo dal giugno al novembre 2023 pagando 1.650 euro e, fatta eccezione per un momento iniziale, non notando alcun miglioramento - ma semmai un peggioramento - avevano mangiato la foglia e denunciato i sedicenti medici ai carabinieri della compagnia di Breno. "Dopo il terzo trattamento c’era stato assicurato che il tumore era in fase di disgregazione" avevano raccontato ai militari quei genitori disperati. A tal punto da essersi convinti a sperimentare quel nuovo trattamento pubblicizzato su Facebook, segnalato da una conoscente, e a lasciare le pesanti cure oncologiche cui il figlio era sottoposto con pochi risultati presso il Civile di Brescia e l’ospedale di Padova.

Stando al gip Federica Brugnara, chat e messaggi attestano che i tre arrestati avevano effettuato una massiccia opera di convincimento nei confronti della famiglia piegata dal dolore, pronta a fare qualunque cosa per salvare il bambino, approfittandosi dell’insofferenza che quei genitori avevano iniziato a manifestare nei confronti del personale medico e sanitario a fronte dell’esito negativo delle cure. Una scelta, quella dell’abbandono delle terapie mediche tradizionali, sfociata pure in una segnalazione al Tribunale dei minori, che poi ha valutato la situazione, compreso la ragione sottesa a tale cambio di rotta e ha archiviato il procedimento. Il caso finì anche alla trasmissione TV Striscia la Notizia. E per indurre la famiglia a ritrattare le accuse, una delle arrestate - Duè - per la procura avrebbe preteso diecimila euro per danni e proferito minacce.