BEATRICE RASPA
Cronaca

Bonfigli alla procura di Cremona. Bozzoli, Caffaro e la strage : "Volevo risposte a tutti i costi"

Dopo 34 anni di carriera e le grosse indagini di Brescia il magistrato cambia di nuovo città "Ogni fascicolo, anche il più banale, è un caso umano. Non va dimenticato in un armadio".

Silvio Bonfigli, fino a ieri procuratore aggiunto a Brescia. Ora procuratore a Cremona

Silvio Bonfigli, fino a ieri procuratore aggiunto a Brescia. Ora procuratore a Cremona

E pensare che da ragazzo voleva fare l’analista finanziario. All’indomani della laurea in Giurisprudenza, a Sassari, aveva già scovato un master a Londra. Il padre però lo dissuase, inducendolo a scegliere una delle tre professioni giuridiche canoniche: avvocato, notaio o magistrato. E lui scelse l’ultima e finì a Roma, alla scuola di magistratura. È iniziata così, 34 anni fa, la carriera di Silvio Bonfigli, fino a ieri procuratore aggiunto a Brescia. Perché da oggi cambia ruolo e città: guiderà infatti la procura di Cremona.

"È l’undicesimo ufficio giudiziario che cambio e l’ottava città in cui mi sposto", calcola seduto in quello che per sei anni è stato il suo ufficio, inondato di luce, di faldoni, di foto dei figli e di ritagli di giornale, al quarto piano del palagiustizia di via Gambara. Classe 1963, sardo d’origine ma bresciano d’adozione ("Brescia è stata la mia prima sede di procura, e continuerò a viverci, sono legatissimo"), Bonfigli ha un curriculum da vero giramondo, nel quale dopo il debutto in magistratura all’epoca delle indagini su Mani pulite ("Interrogammo tutti i grossi nomi dell’epoca, ci mancava solo il Papa", scherza) ha inanellato incarichi di livello tra Roma, Parigi, Sarajevo. All’Onu, all’Ocse, alla Presidenza del consiglio, nella Commissione parlamentare terrorismo e stragi, per citarne alcuni, in Commissione europea, in Kosovo, in veste di coordinatore di 500 persone, in Bosnia Erzegovina. Rientrò a Brescia nel 2012, prima in procura generale, da sostituto, e dal 2018 appunto in procura, da aggiunto. "Prendo servizio a Cremona con energia e voglia di fare", dice il neoprocuratore, non nascondendo in ogni caso la "tristezza" per un capitolo che si chiude.

"Me ne vado dopo 6 anni straordinari, sia sotto il profilo umano, sia dei risultati", sottolinea. Il suo nome è associato al coordinamento, con i colleghi, di tre indagini monstre, legate a doppio filo a Brescia, cui "volevo dare risposte a tutti i costi": il caso dell’omicidio Bozzoli ("Difficile e drammatico, me lo portai dietro dalla procura generale dopo l’avocazione"), quello dell’inquinamento della fabbrica chimica Caffaro ("Una ferita aperta, finalmente con l’indagine si sono velocizzati anche i tempi di bonifica, una soddisfazione") e l’ultima inchiesta sugli esecutori materiali della strage di piazza Loggia, con due imputati a giudizio. Bonfigli è orgoglioso del lavoro organizzativo svolto da primo referente del Das (Dipartimento affari semplici) della procura, nato dall’ex aggiunto Carlo Nocerino, che nel 2019 propose di accentrare in un unico magistrato i fascicoli routinari - più della metà delle sopravvenienze a modello 21 - che ha consentito in pochi anni di dimezzare i 40mila fascicoli arretrati. "Ogni fascicolo, anche il più banale, è un caso umano. Non va dimenticato in un armadio".