REDAZIONE BRESCIA

Bonus facciate, 328 milioni di crediti falsi a Lonato (Brescia): sequestro d'urgenza

La Guardia di Finanza di Brescia ha smantellato una truffa nel settore dei bonus edilizia, con 330 milioni di crediti falsi, interdittive, perquisizioni e un'azienda con sede a Lonato del Garda. Tre commercialisti sono sotto indagine.

Bonus facciate, 328 milioni di crediti falsi a Lonato (Brescia): sequestro d'urgenza

LONATO (Brescia)

Il sequestro d’urgenza (330 milioni di crediti falsi, 328.993.400 per la precisione: prima 320 milioni e poi altri 3,7, infine ieri l’ultima tranche di sei), la notifica di una misura cautelare, un’ interdittiva, e perquisizioni a raffica in decine di società tra la Lombardia e il Veneto ma anche negli studi di tre commercialisti di Brescia, Ferrara e Barletta-Andria-Trani.

È il bilancio di un’operazione della Guardia di finanza di Brescia che ha smantellato una truffa nel settore dei bonus edilizia: bonus facciate, bonus locazioni e sisma bonus. Una segnalazione dell’Agenzia delle entrate ha permesso di dare il via all’indagine, condotta nel 2022 dai militari del Nucleo di polizia economico e tributaria e dal pm Claudia Passalacqua. Cuore dell’inchiesta, un’azienda con sede a Lonato del Garda. Grazie a una serie di controlli incrociati, sono stati individuati alcuni soggetti che risultavano avere immesso nei loro cassetti fiscali crediti d’imposta di legittimità assai dubbia. L’analisi documentale a opera delle Fiamme Gialle ha permesso di scoprire una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, episodi di riciclaggio e autoriciclaggio.

Il sedicente imprenditore al quale è stata notificata la misura cautelare dell’interdittiva – Mirko Borini, della provincia di Rovigo – stando all’ipotesi accusatoria avrebbe generato crediti fiscali fittizi cedendoli a entità giuridiche compiacenti (la Spt di Lonato, appunto) alcune riconducibili a lui stesso (come la Isagae di Bussolengo, Verona). Aziende sostanzialmente prive di struttura organizzativa, create per reggere il gioco. Queste società a loro volta avrebbero trasferito i crediti falsi a una serie di operatori, consentendo loro di utilizzarli per compensare debiti tributari, o di monetizzarli cedendoli in cambio di soldi tramite degli intermediari. Operazioni riguardanti interventi di edilizia su beni immobili inesistenti.

Ma non è tutto. La truffa sarebbe stata compiuta anche con una seconda modalità: altri indagati avrebbero immesso nei cassetti fiscali di ditte “utili alla causa“ crediti fiscali falsi, generati da persone ignare dell’esecuzione di ristrutturazione degli immobili di loro proprietà. Sotto indagine ci sono anche tre commercialisti (tra i quali un professionista di Lonato) che avrebbero reso possibile il raggiro: la loro posizione è al vaglio.

Beatrice Raspa