Bozzoli ancora alla sbarra per la presunta mega frode

Fatture false e redditi fittizi: Giacomo e il padre Adelio sono sotto proces assieme ad altri 35 imprenditori della Val Trompia sempre del ramo metalli

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E’ tornato alla ribalta in Tribunale Giacomo Bozzoli, il nipote dell’imprenditore scomparso dalla fonderia di Marcheno l’8 ottobre 2015, già a giudizio per omicidio e distruzione di cadavere dello zio Mario. Questa volta la grana è fiscale. Ieri la Procura ha chiesto per lui e il padre Adelio, co-titolare della fabbrica dei misteri, condanne di un anno e due mesi e di un anno e nove mesi. I Bozzoli sono sotto processo in abbreviato per frode ed evasione. Per l’accusa, hanno falsato le dichiarazioni dei redditi inserendovi fatture per operazioni inesistenti, così da dedurre costi fittizi e poi ottenere rimborsi. In particolare Adelio, legale rappresentante della Bozzoli srl, avrebbe compilato la dichiarazione del 2014 inserendovi 1,23 milioni di fatture false. Nel 2017 invece, - la fabbrica ormai in liquidazione - insieme a Giacomo avrebbe procurato fatture irregolari pari a 907mila euro e rotti, inducendo in errore il liquidatore Giovanni Rizzardi. Padre e figlio erano rimasti coinvolti da un’indagine della Finanza che nel 2019 aveva messo nei guai 35 imprenditori valtriumplini dei metalli – 25 ieri davanti al gup – accusati di avere movimentato 120 milioni di carta straccia. Tra loro, pure il lumezzanese Claudio Pintossi, presunto amministratore di una decina di società. E ancora, tra gli imputati i fratelli titolari della Bonomi Metalli spa, imputati di servirsi di fatture per operazioni inesistenti, e per cui sono state chieste pene sotto i 2 anni.

L’avvocato Luigi Frattini, che assiste sia i Bonomi sia i Bozzoli, ha perorato assoluzioni: quelle corrispondono a costi reali, - questa la tesi difensiva -, e a riprova vi sono scritture di magazzino. Nel 2019 il gip firmò un sequestro complessivo di 6 milioni, di cui ben due e 700mila euro riferibili ai Bonomi e 447mila euro alla Bozzoli srl. Il Riesame però restituì tutto ai primi non ravvisando reati. Per la fonderia il dissequestro è stato chiesto solo ieri sulla scorta di atti del Fisco che proverebbero l’insussistenza di maneggi. Il 25 maggio il gup deciderà su tutto.