GABRIELE MORONI
Cronaca

Delitto di Marcheno, la Cassazione: ergastolo da confermare per Giacomo Bozzoli

Il procuratore generale presso la Suprema Corte ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dai legali del 39enne accusato di avere ucciso lo zio Mario, la sera dell’8 ottobre del 2015 nella fonderia di famiglia

Giacomo Bozzoli condannato all'ergastolo

Giacomo Bozzoli condannato all'ergastolo

Marcheno (Brescia), 1° luglio 2024 - Il procuratore generale presso la Cassazione ha chiesto il rigetto del ricorso della difesa contro la condanna all’ergastolo di Giacomo Bozzoli, uscita in primo e in secondo grado. Giacomo Bozzoli, 39 anni fra pochi giorni, è accusato di avere ucciso lo zio Mario, la sera dell’8 ottobre del 2015 nella fonderia di famiglia, a Marcheno, e di avere distrutto il corpo facendolo sparire nel forno grande con la collaborazione degli operai Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi.

La parola è passata alle parti civili. Poi sarà la volta dei difensori. L’udienza è iniziata alle 10 davanti ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Giuseppe Santalucia (presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati). Per Giacomo Bozzoli, finora libero, è l'ultima chance per ribaltare la condanna all'ergastolo che gli è stata inflitta nei due gradi di giudizio e quindi per evitare in carcere. A differenza delle udienze celebrate a Brescia, l'imputato non è in aula. È difeso dall'avvocato Luigi Frattini e dal professor Franco Coppi, difensore a suo tempo di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi. Sono assenti anche Irene Zubani, moglie di Mario Bozzoli, e i due figli, assistiti dagli avvocati Vanni e Vieri Barzellotti.

È in aula Adelio Bozzoli, padre di Giacomo e fratello maggiore di Mario. Ci sono due alternative alla eventuale conferma del carcere a vita. Annullamento dell'ultima sentenza senza rinvio e in questo caso Giacomo sarebbe definitivamente assolto. Annullamento con rinvio a una sezione della Corte d'Assise d'appello diversa da quella che ha giudicato Giacomo. Dal momento che a Brescia non esiste una seconda sezione di Corte d'appello, il nuovo processo verrebbe trasferito a Milano.