Brescia - L’esperimento giudiziale si farà. La corte d’Assise davanti a cui è in corso il processo per l’omicidio e la distruzione del cadavere di Mario Bozzoli - unico imputato è il nipote Giacomo - ha deciso: il 27 aprile alle 14,30 sacrificherà un piccolo maiale, l’animale più compatibile sotto il profilo biologico con l’essere umano, gettandolo in un forno della fonderia Gonzini di Provaglio d’Iseo. L’obiettivo è vagliare la fattibilità di un’eliminazione dell’imprenditore in uno dei due crogioli della sua fonderia di Marcheno, da cui si smaterializzò l’8 ottobre 2015 dopo le 19,13. Un’ipotesi che i consulenti dell’accusa avevano scartato per l’elevato rischio di esplosione - e non solo - ma che tuttavia il genetista della parte civile Giorgio Porterà aveva riportato in auge, instillando il dubbio nella corte.
Per fare chiarezza il presidente Roberto Spanò ha affidato una perizia al medico legale di Genova Camilla Tettamanti e all’ingegnere Antonio Boccardo, i quali in aula hanno concluso per la fattibilità (‘Bozzoli avrebbe potuto entrare nel forno grande’) e l’utilità di un simile esperimento, anche in scala ridotta. "L’unico raffronto possibile è con le cremazioni thailadesi, a 900 gradi, ma c’è comunque un bias dettato dall’utilizzo di fiamma – ha detto Tettamanti –. Un uomo della corporatura di Bozzoli, alto 1.83 per 85 kg, dovrebbe produrre resti tra i 2 e i 3,6 kg. Ma non si può dire". E ancora, "Anni fa un operaio che si suicidò in una acciaieria di Alessandria saltando in un forno a mille gradi: il corpo si atrofizzò, dopo 5 minuti fu estratto con un rampino. Non aveva fatto in tempo a disidratarsi e non vi fu nessuna esplosione".
L’ingegner Boccardo ha concluso che un’esplosione sarebbe "probabile con l’affondamento immediato del corpo nel metallo incandescente, ma in caso di distensione l’impianto di aereazione avrebbe potuto eliminare il vapore acqueo scongiurando la catastrofe". I consulenti della difesa Marzio Capra, Giorgio Cavaliere e Giancarlo Farina hanno concordato sull’utilità della prova, suggerendo la partecipazione di un genetista per recuperare tracce di Dna. Al centro dell’udienza, ragionamenti sulle modalità esecutive, in fase di definizione. Il maialino, dai 2 ai 3 kg, dovrà essere ‘vestito’ e ucciso al massimo il giorno prima per evitare eccessiva disidratazione. Per rendere più tollerabile il sacrificio, Spanò ha assicurato che si utilizzerà "un animale malato". L’udienza ha registrato anche la deposizione dell’ingegnere Ugo Geccherin, consulente della difesa, che ha confermato come i movimenti riferiti dall’imputato la sera della scomparsa dello zio nei dieci minuti dopo le 19,13 - i minuti ritenuti dall’accusa cruciali per l’omicidio - siano stati comprovati dall’app del suo Iphone che registrò 345 passi in fonderia.