MILLA PRANDELLI
Cronaca

Trappole, lacci e 800 richiami vivi: nella rete ci finiscono i bracconieri

L’operazione dei forestali con l’aiuto dei cacciatori. Ma a Brescia è polemica sui controlli e sul lockdown

Gli esemplari sequestrati dai forestali

Brescia, 9 novembre 2020 - Cacciatori con licenza costretti al lockdown e a rischio di denuncia penale e bracconieri scatenati. Paradossi dell’attività venatoria in zona rossa, in particolare nel Bresciano, territorio d’elezione per le doppiette. E mentre esplodono le polemiche i carabinieri forestali dichiarano guerra agli irregolari. L’hanno chiamata “operazione pettirosso“ ed è durata un mese intero. A coordinarla il reparto operativo e la sezione operativa antibracconaggio e reti in danno degli animali dell’Arma con la collaborazione dei forestali di Brescia, Bergamo e Cremona oltre che dei volontari di diverse associazioni di ambientalisti, cacciatori e cittadini. Le sanzioni penali elevate sono state 106 di cui 16 nel bresciano.

L’operazione ha convolto 24 militari specializzati oltre che addetti delle stazioni forestali del territorio sul quale si è svolta l’operazione. In totale sono stati sequestrati circa 400 dispositivi di cattura illegale e oltre 2.000 uccelli, di cui 800 esemplari vivi e 1.200 morti. Fra gli esemplari scoperti, moltissimi appartengono specie non cacciabili, alcune particolarmente protette da convenzioni ointernazionali, normativa europea e nazionale, tutti catturati o abbattuti in modo illecito. I reati principali che sono stati ipotizzati sono furto aggravato di fauna selvatica in quanto bene indisponibile dello Stato, ricettazione, contraffazione di pubblici sigilli, uso abusivo di sigilli destinati a pubblica autenticazione, maltrattamento di animali, uccisione di animali, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione, esercizio della caccia con mezzi non consentiti, porto abusivo di armi. Tra gli strumenti illegali utilizzati dai bracconieri i richiami elettronici, le reti da uccellagione, le gabbie-trappola o, nei casi peggiori, gli archetti e le trappole metalliche in grado di imprimere gravi sofferenze alla fauna lasciata viva e agonizzante per ore prima del ritorno del cacciatore. A prendere immediatamente posizione è stato Marco Bruni, presidente di Federcaccia Brescia. "La prima cosa importante da specificare è che i cacciatori non sono bracconieri e che le attività di bracconaggio non ledono solo l’ambiente e la comunità ma anche tutti noi – spiega Bruni, che però critica anche il dispiego di mezzi e uomini messo in campo –. I controlli che sono stati fatti in 30 giorni per 106 denunce non giustificano certo la spesa fatta a carico del contribuente. La nostra polizia provinciale ha sempre fatto rispettare la legge al meglio: non capiamo il senso di una operazione come questa".

Bruni lamenta un forte accanimento contro i cacciatori, che pure hanno collaborato all’“operazione pettirosso“. «Non capiamo perché questo accanimento contro contro il bresciano – spiega Bruni – come si evince dalla comunicazione delle forze dell’ordine che danno dati specifici solo sul nostro territorio. La missione di quest’anno sarà ricordata per le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso installate da un cacciatore nel suo capanno di Lumezzane e per i metodi dei controlli. Non voglio dare un giudizio perché vi sono dei procedimenti in corso". Nelle scorse settimane, mentre veniva attuata l’operazione qualcuno ha vandalizzato diversi capanni da caccia. Uno è addirittura stato bruciato con all’interno tutti i richiami vivi legalmente detenuti dal proprietario. Ma il lockdown ha aperto un altro fronte. I cacciatori e pescatori non professionisti bresciani si sentono presi di mira a causa del divieto di praticare il loro sport, imposto dalla Regione "come atto dovuto". è ancora Bruni ad attaccare: "Siamo basiti, il nuovo Dpcm non sospende la caccia. Vieta però gli spostamenti che non siano motivati da motivi di lavoro e salute. Andando soli per monti e per valli non esporremmo nessuno al rischio di contagio".