Brescia, 12 settembre 2020 - Bussa alla caserma dei carabinieri per chiedere aiuto dopo una lite con la madre – i militari l’hanno poi trovata morta in casa – e si chiude in un mutismo allucinato per una notte intera. Solo ieri mattina ammette: «L’ho uccisa mettendole le mani attorno al collo». E’ in stato di fermo per omicidio volontario, aggravato dai rapporti di parentela, Vincenzo Capano, ventiquattrenne di Breno. Il giovane è accusato di avere ucciso la mamma, Francesca Mesiano, 53 anni, nell’abitazione che divideva con lei in via Ghislandi. La pm Roberta Panico ha firmato il provvedimento al termine della confessione del ragazzo, il quale poco prima aveva reso una parziale ammissione allo psichiatra dell’ospedale di Esine dove era stato condotto dai militari.
Nessun lavoro stabile, varie difficoltà economiche, Capano fino a giovedì aveva vissuto sotto lo stesso tetto con la mamma, in cura al Cps per problemi psichici. La famiglia era seguita dai servizi sociali del Comune, che aveva messo a disposizione una casa, e campava con il reddito di cittadinanza. L’altra sera alle 21 il ragazzo si era appunto presentato in caserma pronunciando frasi sconnesse e sibilline, che facevano riferimento a dei fantomatici ‘problemi’ in casa. Il capitano Filiberto Rosano i suoi uomini sono andati a dare un’occhiata nell’appartamento e vi hanno trovato la signora riversa sul divano in cucina, morta. A prima vista, nessun segno di violenza. La situazione però non convinceva. Quella casa appariva immersa in un caos inquietante. E il figlio, che era stato trattenuto in caserma, si era chiuso in un mutismo raggelante. Ieri mattina Capano è stato accompagnato al presidio sanitario di Esine. E con il medico psichiatra, presente pure un militare, si è aperto, dichiarando di avere strozzato la madre.
La ragione non l’ha saputa spiegare. Poche ore più tardi ha confermato l’omicidio davanti al pm, alla presenza di un legale. Sarà l’autopsia, in programma nelle prossime ore, a chiarire se il giovane ha detto la verità, e a fornire dettagli sull’orario della morte. Nel frattempo chi indaga sta ascoltando vicini e parenti per ricostruire antefatti e contesto. Quel che è emerso finora è che la convivenza tra Francesca Mesiano e quel figlio, che mai si era sottoposto a cure psichiatriche ma in base alla visita medica di ieri soffrirebbe di qualche ritardo, sembra non avesse fatto presagire un epilogo violento. Nelle prossime ore, anche la convalida del fermo.