REDAZIONE BRESCIA

Brescia, le multe non riscosse nota dolente del bilancio provinciale

A dare ossigeno alle casse i 35 milioni dallo Stato per l’emergenza Covid

Le multe stradali restano una nota dolente per il bilancio della Provincia di Brescia: il 60% di quanto accertato, infatti, non viene pagato. Il dato arriva dal bilancio triennale dell’ente guidato da Samuele Alghisi, che per il triennio 2019-2021 conta 117milioni di euro di sanzioni tra le nuove elevate (in media 17 milioni all’anno) ed il pregresso non pagato. Di queste, però, sono stati riscossi subito solo 47,2 milioni di euro, mentre per i restanti 70 milioni, iscritti a ruolo, è partito l’iter per la riscossione “forzata“, che per ora ha fruttato solo 11 milioni di euro.

"Non inficiano in modo drammatico i conti – ha sottolineato Diletta Scaglia, consigliera provinciale con delega al Bilancio – perché sono fondi che sono quasi interamente vincolati, ma ovviamente pesano. Quello della riscossione è un problema che non riguarda solo noi, ma tutti i Comuni". Il passaggio degli accertamenti dalla Polizia Provinciale alla ragioneria della Provincia ha portato ad abbreviare i tempi di accertamento, anche se dalla notifica all’iscrizione a ruolo passano comunque 7 mesi. I tempi si dilatano ulteriormente quando la pratica passa all’Agenzia delle Entrate.

"Parliamo di cifre di piccolo e medio importo – aggiunge Scaglia – per cui l’esattore è meno interessato rispetto ad altre somme da recuperare. Abbiamo provato a cambiare, con piccoli appalti ad altri esattori, ma il risultato non è stato soddisfacente. L’Agenzia delle Entrate è l’unica che ha accesso a tutte le banche dati. Il problema, però, è che non ci permette di togliere da bilancio finanziario le cifre non recuperate fino a che non ha esperito l’ultimo tentativo: a volte passano anche 30 anni". Nonostante il peso delle sanzioni non riscosse, l’ente è riuscito anche in questi ultimi due anni di crisi economica legata a Covid19, a conseguire un risultato di amministrazione positivo, pari a 1,8 milioni. Tra le spese, pesano ancora i derivati sottoscritti nel 2006 dall’allora Giunta di centrodestra guidata da Alberto Cavalli, con scadenza nel 2036: ogni anno, costano 6 milioni di euro. La vicenda giudiziaria è ancora in corso. A settembre, la Dexia Crediop ha notificato alla Corte di Londra l’accertamento della validità delle transazioni sottoscritte dalla Provincia nel 2017 e dei contratti derivati stipulati nel 2006: l’azione legale ha costretto la Provincia ad incaricare un avvocato per la difesa in giudizio, al costo di 400mila sterline. Tra le note positive del bilancio, i 35 milioni di trasferimenti da parte dello Stato per l’emergenza Covid ed il taglio netto degli affitti, -85%, grazie all’ottimizzazione degli spazi. Federica Pacella