Non una festa, ma una manifestazione con richieste politiche, in cui celebrazioni e allegria sono lo strumento per portare avanti istanze che, di fatto, riguardano il rispetto dei diritti. Sarà questo il Brescia Pride 2024 che si terrà in città il 7 settembre. "C’è ancora bisogno del Pride – sottolinea Greta Tosoni, vicepresidente del comitato organizzativo bresciano -. Siamo persone che vivono la vita affettiva, la sessualità in modo unico come tutti, ma abbiamo difficoltà perché la società privilegia chi conferma la norma, quindi etero, cisgender, famiglia tradizionale. Noi chiediamo l’accoglienza per tutta la comunità Lgbtqiap+. Troppe etichette? Le nostre non sono mai prescrittive, ma descrittive, non sono mai limitanti".
A supporto del Pride bresciano c’è la Cgil Brescia, che ha ospitato la presentazione. "Se c’è un arretramento su un diritto, il rischio poi è che poi avvenga per tutti – sottolinea Francesco Bertoli, segretario Cgil Brescia -. Punto sostanziale, quindi, è la tutela dei diritti a 360° e, in rapporto a questo Governo, non siamo molto ottimisti. D’altra parte, i luoghi di lavoro sono fondamentali per abbattere discriminazioni e pregiudizi". Al comitato bresciano del Pride sono arrivate in effetti segnalazioni di lavoratori Lgbtqiap+ discriminati sul luogo di lavoro, dalle piccole aggressioni alle vere e proprie pressioni per andarsene. "Noi preferiamo parlare di accoglienza, piuttosto che di inclusione – sottolinea Cora, attivista del comitato -. Nei luoghi di lavoro spesso si fa rainbow washing, come se la soluzione fosse fare il mese arcobaleno, mentre discriminazioni si hanno, sin dal processo selettivo, nella quotidianità". F.P.