BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, spintoni e sberle in ospedale. Al processo una lettera di scuse e 250 euro di risarcimento, però l’infermiera rifiuta

L’aggressore delle operatrici del Civile a processo per percosse aggravate. I fatti risalgono al 2022. A scatenare la furia del 35enne al pronto soccorso era stato il decesso del padre

La presenza delle forze dell'ordine negli ospedali italiani è sempre più diffusa

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Brescia, 23 settembre 2024 – Il 2 agosto 2022 diede in escandescenze scagliandosi contro due operatrici sanitarie del Pronto soccorso del Civile, spintonandone una e prendendo a ceffoni l’altra. Ora si è presentato in udienza con una lettera di scuse e 250 euro come proposta di risarcimento rigettata dalla parte offesa, una 45enne ucraina mentre la collega non aveva denunciato. Il trentacinquenne è a processo per percosse aggravate. Dopo il decesso del padre, l’imputato aveva sfogato il proprio dolore aggredendo le due Oss, senza ragione se non quella di dare una lezione al personale sanitario. Una volta arrivato al Triage, il 35enne secondo l’accusa avrebbe spintonato con violenza un’operatrice rischiando di scaraventarla a terra, poi avrebbe assestato un paio di schiaffoni alla collega, intervenuta in aiuto. Per riportare la calma e fare uscire dall’ospedale l’esagitato furono necessari i carabinieri.

L'archiviazione rifiutata

Solo una delle due Oss denunciò l’episodio, anche se scelse di non farsi refertare la lesione per non creare difficoltà ai colleghi, già sotto organico per le ferie, mettendosi in malattia. Il caso è finito a processo su iniziativa della parte offesa che, tramite l’avvocato Laura Gamba, si è opposta all’archiviazione chiesta dalla Procura per presunta tenuità del fatto. Stando alla legale l’uomo invece meritava un processo per ragioni di sostanza (“Consentire che simili gesti passino in cavalleria significa rinunciare a qualsiasi funzione di prevenzione”) e di diritto, essendo il reato aggravato dalla circostanza dell’essere stato commesso nei confronti di addette alle professioni sanitarie. Il giudice di pace ha disposto l’imputazione coatta.

Ora si è aperto il processo. La proposta risarcitoria dell’imputato è stata ritenuta non soddisfacente dalla parte lesa, che ha però accolto la controproposta del giudice (700 euro). “Speravamo in una somma più alta in funzione simbolica ma considerando quanto bassa era stata la cifra iniziale ci siamo accontentati, sperando serva almeno in un’ottica di prevenzione generale”, spiega l’avvocato Gamba. Si prosegue a febbraio 2025.