FEDERICA PACELLA
Cronaca

Il futuro dello stadio Rigamonti è un rebus, tutto fermo in attesa del ricorso al Tar del Brescia Calcio

La valutazione del suo valore immobiliare, pari a 16,8 milioni di euro, è stata respinta dal presidente Massimo Cellino che la ritiene eccessiva. Il tema ha riacceso il dibattito politico sugli scenari possibili per arrivare alla sua (necessaria) ristrutturazione

Lo stadio Rigamonti visto dal drone

Lo stadio Rigamonti visto dal drone

Brescia, 28 aprile 2025 – Stadio Rigamonti nel limbo, dopo la perizia sul suo valore richiesta dal Comune e contestata dalla società guidata da Massimo Cellino. Secondo il patron del Brescia Calcio, la valutazione di 16,8 milioni di euro, emersa dalla perizia fatta fare dalla Loggia a seguito dell’interesse della società ad acquisire l’immobile, era da "Scherzi a parte”, tanto che la società ha fatto ricorso al Tar di Brescia. Da allora, giugno 2024, nulla è cambiato, e questa non è necessariamente una buona notizia.  

Il dibattito politico 

Il tema ha acceso il confronto in Consiglio Comunale, dove, nella mattina del 28 aprile, è stata discussa l’interrogazione presentata dal consigliere Massimiliano Battagliola (Brescia Civica). "Questo è un momento molto delicato ed importante per il futuro della nostra squadra di calcio – ha detto –. Inutile nasconderci dietro un dito: una città e la politica non si basano sulla sorte della squadra di calcio, ma la squadra presente dal 1911 e oggetto di affetto di cittadinanza, rischia di sparire dal calcio che conta dopo tanti anni di successi che hanno reso famosa anche la nostra città”. Da qui la richiesta di chiarimenti sull’iter. 

La tifoseria del Brescia sugli spalti del Rigamonti
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Il vicesindaco 

"Trovo un po’ forzata la pretesa di trovare una correlazione tra le condizioni di un impianto sportivo e le performance di una squadra – la replica del vicesindaco Federico Manzoni -. Il Brescia in più occasioni ha fatto sognare, pensiamo ai tempi di Baggio, Guardiola, e lo stadio era sempre il ‘Rigamonti’. Ciò detto, anche noi siamo interessati affinché l’impianto calcistico possa fare un salto di qualità”.  

La concessione al Brescia Calcio 

Lo stadio, di proprietà del Comune, è in concessione al Brescia Calcio. Nell’autunno del 2023, alla Loggia era arrivata la nota stringata di Cellino che informava dell’intenzione di approfondire la possibilità di acquisire l’impianto. Da lì, il Comune di Brescia si era subito mosso per una perizia, affidata a Praxi, che aveva portato a quantificare il valore in 16,8 milioni di euro. Troppo, secondo Cellino, che, a giugno 2024, ha formalizzato l’istanza per la revisione della relazione di stima. Il Comune di Brescia aveva risposto che quel documento era un atto interno preparatorio, da usare per l’avvio di una eventuale procedura di alienazione, sulla scorta della risposta del Brescia Calcio che, in tutta risposta, si è rivolta al Tar. "Faccio fatica a vedere quale possa essere la lesione di un interesse legittimo di un atto interno – ha sottolineato Manzoni - che non ha esperito alcun effetto esterno”. Il Tar di Brescia, per ora, non ha fissato l’udienza.  

Il vicesindaco di Brescia Federico Manzoni
Il vicesindaco di Brescia Federico Manzoni

Alienazione sfumata  

Nel frattempo, non è partito l’iter di alienazione, tanto che il ‘Rigamonti’ non figura tra i beni inseriti nel piano delle alienazioni del Comune, passaggio necessario per avviare la vendita. L’alienazione tramite bando, tuttavia, non è l’unica strada. Come ricordato da Manzoni, la Legge Stadi permette di conferire l’immobile a una società che ne faccia richiesta, per un tempo sufficientemente lungo da consentire di ammortizzare gli investimenti della società richiedente. “Questa strada è percorribile, ma il Comune non può farlo senza un’istanza da parte di un soggetto terzo”.  

L’impasse 

Per ora tutto tace, nessuna istanza di questo tipo è mai arrivata in Loggia. Sul ruolo dell’amministrazione, tuttavia, si è acceso il dibattito. Secondo Battagliola, infatti, l’impegno della Loggia per altri sport (basket, pallanuoto) avrebbe favorito i risultati sportivi. “Servono passione ed economia. Se il Brescia sparisce dal calcio che conta, la responsabilità è un po’ di tutti, non solo dell’attuale presidenza".

"Lo stadio – conclude Battagliola – è fondamentale perché il Brescia Calcio tossa tornare appetibile anche sul fronte societario. Questo dipende anche da uno stadio che, oggi, non è più attuale. Se nel 1961 la squadra è risorta da una situazione simile a quella attuale, è stato anche perché l’amministrazione di allora aveva fatto quadrato per coinvolgere cittadini ed investitori”.