Vobarno (Brescia), 12 dicembre 2024 – Il trucchetto era sempre lo stesso e permetteva loro di procacciarsi migliaia di euro senza fare alcuna fatica, se non quella di individuare il parroco giusto da truffare e “spennare“. Si parla di una coppia di trentenni romeni - per la precisione entrambi classe 1993 - arrestati in flagranza con l’accusa di truffa aggravata. I due, modus operandi consolidato e vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, nel giro di pochi mesi erano riusciti a sottrarre a un sacerdote della Vallesabbia una cifra compresa tra i duemila e i tremila euro. I malviventi in questo caso avevano avvicinato il parroco di Vobarno. Per impietosirlo erano andati a piangere miseria e si erano inventati di avere una sorella affetta da una grave malattia, residente in Romania, bisognosa di cure costosissime che in famiglia nessuno era in grado di sostenere. Per la parente, però, non sottoporsi ai trattamenti medici significava morte certa, era la scusa.
La trappola
Credendo di fare un’opera di bene e non lesinando sulla carità cristiana, il malcapitato sacerdote aveva iniziato a mettere mano al portafogli. Dopo alcune consegne di denaro, chiesti ragguagli sulla situazione della fantomatica sorella, il don ha però iniziato a insospettirsi. L’atteggiamento di quei due che continuavano a tornare per battere cassa, insolitamente tranquilli, lo ha spinto a chiedere aiuto ai carabinieri della stazione locale, così da vederci più chiaro.
Gli accertamenti dei militari hanno presto fugato ogni dubbio: la presunta malata grave risultava inesistente. Una volta capito di essere stato raggirato, il sacerdote si è affidato agli investigatori, che gli hanno consigliato di stare al gioco ancora per un po’, giusto il tempo di riuscire a cogliere in flagranza la coppia. E così è stato: quando i due trentenni, nelle scorse ore, si sono ripalesati dal parroco per sollecitare un altro aiuto, questi ha accettato di allungare loro l’ennesima busta di denaro. Il don li ha convocati fuori dalla chiesa e, quando i truffatori sono arrivati per ritirare la busta - all’interno c’erano 700 euro - si sono trovati i carabinieri della compagnia di Salò con le manette.