FEDERICA PACELLA
Cronaca

Caffaro, il rebus delle bonifiche. Ampliare l’area per avere più fondi

Brescia, il Comune è possibilista: i confini del sito di interesse nazionale sono stabiliti dal Ministero. L’apertura dell’assessore all’Ambiente: "Ragioniamo col commissario nell’ipotesi di un allargamento".

La manifestazione contro l’inquinamento ambientale. Per bonificare i parchi il Comune ha messo oltre 21 milioni, una cifra insufficiente al fabbisogno totale

La manifestazione contro l’inquinamento ambientale. Per bonificare i parchi il Comune ha messo oltre 21 milioni, una cifra insufficiente al fabbisogno totale

Riperimetrare il sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro? La Loggia è possibilista. Lo ha confermato l’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi, nella serata organizzata da Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera, nell’ambito della campagna Ecogiustizia, che ha fatto tappa a Brescia. "I confini del Sin – ha spiegato Bianchi – sono stati definiti nel decreto ministeriale che, tuttavia, prevede la possibilità di una ridefinizione. Stiamo facendo un ragionamento col commissario, nell’ottica di un ampliamento".

Essere parte del Sin renderebbe più semplice utilizzare i fondi che potrebbero arrivare da LivaNova, qualora la Cassazione confermasse la condanna a un risarcimento di 250 milioni per Brescia (si è in attesa della sentenza) per le bonifiche, perché il Sin è di competenza del Ministero dell’Ambiente, che sarà l’eventuale destinatario dei fondi. Fuori dal Sin, i costi delle bonifiche non sono coperti dalle risorse ministeriali: per bonificare i parchi, ad esempio, il Comune ha messo oltre 21 milioni di euro. Mentre è in partenza la bonifica del sito industriale, si ragiona sulle aree private e agricole, dove la bonifica o la messa in sicurezza sarebbe in carico ai proprietari.

Ecco perché è partito anche il monitoraggio di Bastaveleni, Medicina democratica, Comitato popolare contro l’inquinamento zona Caffaro, Comitato ambiente e salute, Associazione via Milano 59 e Comitato per l’Ambiente Brescia sud, per supportare azioni private o collettive volte a chiedere che ci sia una copertura con l’eventuale risarcimento di LivaNova.

Tra le novità, anche una nuova indagine epidemiologica, che riguarderà i nati 2005-2006, coordinata dall’Istituto superiore di sanità, che dovrebbe partire a breve. Nel corso dell’assemblea, le associazioni promotrici hanno firmato il patto di comunità con 9 azioni prioritarie: il patto è aperto anche ad altre realtà che vorranno unirsi, come ha chiarito la presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto. Dall’assemblea, a cui ha partecipato anche il presidente di Legambiente Nazionale Stefano Cifani, è arrivato anche l’impegno a portare la campagna in siti non di interesse nazionale: il prossimo anno, ci sarà un focus anche sull’ex Selca, in Val Camonica.