FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, i sindacati: "Il Ministero tuteli i lavoratori della Caffaro"

Il gruppo ha annunciato lo stop dell’attività: in 54 a rischio. Chiesto un tavolo a Roma

L’azienda ha deciso di abbandonare lo stabilimento di Brescia prima del 2023

L’azienda ha deciso di abbandonare lo stabilimento di Brescia prima del 2023

Brescia, 8 agosto 2020 - La vicenda di Caffaro Brescia potrebbe finire sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Dopo la comunicazione dell’azienda del gruppo Todisco (che non ha a che fare con la Caffaro Chimica responsabile dell’inquinamento nel sito bresciano) di interrompere le attività produttive in anticipo, i sindacati hanno chiesto l’istituzione di un tavolo al Ministero per tutelare i 54 lavoratori a rischio. Il nuovo stop, arrivato il 19 giugno con la decisione del Tar di respingere il ricorso dell’azienda contro la sospensione delle attività da parte della Provincia, ha accelerato la decisione di lasciare Brescia prima del 2023. Per ora non sono state formalmente avviate procedure di licenziamenti collettivi: una parte degli operai è al lavoro, un’altra in ferie. Ma la situazione potrebbe cambiare presto.

"Date specifiche non ci sono – spiega Paolo Reboni, della segreteria Cisl Brescia –, ma c’è la presa di posizione di Caffaro che vuole dismettere tutto. Mese più, mese meno, c’è la preoccupazione". In attesa di una risposta dal Ministero, è partita l’interlocuzione, per ora positiva, con l’azienda e da ieri anche con il Comune, che segue attentamente la vicenda per l’impatto ambientale, oltre che sociale, che potrebbe registrarsi se l’azienda andasse via prima dell’avvio della bonifica, che partirebbe non prima del 2022. Caffaro Brescia, infatti, mantiene attiva la barriera idraulica per evitare che la falda intercetti i terreni inquinati di Pcb, diossina e altri veleni: in sua assenza, dovrebbe intervenire il ministero dell’Ambiente, competente per il Sin. "Per quanto ci riguarda – ha commentato l’assessore all’Ambiente, Miriam Cominelli, al termine dell’incontro – i nodi da risolvere sono la firma del Ministero per il via libera al Piano operativo di bonifica e l’accordo di programma. Con i sindacati ci terremo in stretto contatto per risolvere i temi sul tavolo".

Per Patrizia Moneghini (Filctem Cgil), presente insieme al segretario Cgil Brescia Francesco Bertoli, "la situazione è molto seria. Chiediamo responsabilità sociale all’impresa, ma anche al Comune. Questi lavoratori hanno garantito il presidio di un sito molto complesso e non possono ora pagare colpe che non dipendono da loro".