
INNOCENTE Omar Milanetto ai tempi in cui giocava in serie B con il Genoa, nel 2007 Nella foto più a destra uno degli arresti compiuti in occasione dell’indagine
Brescia, 31 gennaio 2018 - Per i 18 giorni trascorsi tra il carcere di Cremona e i domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva ha chiesto circa 516mia euro, come riparazione per ingiusta detenzione. Ieri la sua domanda, presentata lo scorso luglio, è stata discussa davanti alla seconda sezione della corte d’Appello di Brescia e nelle prossime ore i giudici scioglieranno la riserva. Omar Milanetto, ex calciatore di Genoa, Modena, Brescia e Padova, nel maggio del 2012 era stato arrestato (con lui anche l’ex capitano della Lazio, Stefano Mauri) nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse. Dal 28 maggio al 4 giugno era rimasto in cella e poi fino al 14 giugno detenuto ai domiciliari.
«La discussione è andata bene – commenta il suo legale, l’avvocato Maurizio Mascia del foro di Genova – Il sostituto procuratore generale mi è sembrato imbarazzato per quello che è successo al mio cliente». Dalla vicenda penale Milanetto era uscito già nel corso delle indagini preliminari. «La sua posizione – ricorda il legale - è stata archiviata». Pure la giustizia sportiva, tre i processi che ha dovuto affrontare, non lo ha mai ritenuto responsabile. «Sono stato arrestato alle sei del mattino davanti a mia moglie e ai miei figli che allora avevano 2 e 7 anni – ricorda Milanetto, ieri in aula – Sono stato trattato davvero come un delinquente, con le immagini dell’arresto girate direttamente dalle forze dell’ordine e trasmesse su tutti i media. L’esito del procedimento non cancella la gravissima ingiustizia che ho subito». La cifra richiesta dall’ex calciatore non è stata scelta a caso. «La libertà e la dignità di una persona non hanno prezzo, ma questo è il massimo che può essere ottenuto per l’ingiusta detenzione – spiega l’avvocato Mascia - Oltre al valore economico dei 18 giorni trascorsi tra carcere e domiciliari, ci sono anche i danni morali per accuse che oggi andrebbero bene soltanto come spunto per le trasmissioni comiche».
E ancora: «Milanetto al momento dell’arresto era sotto contratto con il Padova. L’accordo è stato rescisso bilateralmente e il giocatore ci ha rimesso 377mila euro. Questa vicenda gli ha fatto chiudere in maniera davvero ingloriosa la carriera. Una volta conclusa la partita della riparazione si aprirà quella relativa alle richieste di risarcimento nei confronti di chi in questi anni ha definito Milanetto un criminale». «Qualche settimana prima dell’arresto Milanetto in Federazione aveva spiegato la sua presenza nel locale milanese dove i suoi presunti sodali si sarebbero incontrati – ricorda l’avvocato Mascia – Era lì per l’addio al celibato di un ex compagno, ore dopo il presunto incontro. Il verbale dell’audizione era stato mandato alla Procura di Cremona che però non l’aveva allegato quando ha chiesto l’arresto. Un fatto per noi davvero grave».