Calcinato (Brescia) - Insulti. Parolacce. Schiaffoni, così potenti da lasciare alle destinatarie i segni rossi delle cinque dita sulla faccia, spinte e calci. Oggetti e clavette lanciate all’indirizzo delle ginnaste per punirle di esercizi non eseguiti all’altezza delle sue aspettative. Frustate con i nastri. Gare imposte nonostante infortuni pesanti come una frattura a un piede. Intrusioni nella vita privata delle atlete, costrette a diminuirsi il peso per non subire le forche caudine degli improperi denigratori. E poi sessioni di allenamento estenuanti - anche un’ora di addominali di fila - inferte con intenti ritorsivi a tutte le ragazze. È una galleria degli orrori quella che il gip, Francesca Grassani, mette in fila nell’ordinanza a carico di Stefania Fogliata, la 30enne allenatrice delle promesse della ritmica da ieri interdetta per 12 mesi dalla professione nelle palestre italiane per presunti maltrattamenti aggravati ai danni di almeno otto allieve dai 10 ai 14 anni.
Le ginnaste, tutte ad alti livelli - una in particolare era pronta per il salto in Nazionale ed era in lizza per le Olimpiadi - per l’accusa dal 2017 in poi sono state manipolate, picchiate e vessate durante la frequentazione intensiva dell’Accademia Nemesi, la palestra di Calcinato - primo entroterra gardesano - fondata dall’indagata e affiliata alla Federazione ginnastica (seppure, ha chiarito la Federazione prendendo le distanza da Fogliata, non strettamente centro federale). L’indagine, a cura del pm Alessio Bernardi e della Mobile, ha preso le mosse il 2 settembre dalle dichiarazioni alla Polizia della madre di due sorelle di 9 e 10 anni, entrambe fuggite dalla Nemesi.
In audizione protetta le ragazzine hanno riavvolto il nastro dello ‘stillicidio’ di minacce che avrebbero ricevuto (o di cui sarebbero state testimoni). Per non dire degli schiaffoni, anzitutto ai danni dell’atleta di punta della società. "Guarda che se non ti impegni andiamo nello stanzino - pare fosse il refrain di Fogliata riferendosi al ripostiglio delgli attrezzi - e tu sapevi già che lì iniziava a prenderti a sberle. Mentre me le ripeteva iniziava a prendermi dal naso e a tirarmi verso di lei, mi prendeva per un orecchio e mi urlava, poi prendeva le ginnaste e le trascinava per lo chignon o lanciava al loro indirizzi attrezzi e oggetti per colpirle", sono le dichiarazioni agli atti. Tra gli episodi riferiti, quello capitato nel dicembre 2021 alla promessa 15enne della ritmica Nazionale di ritorno da una gara del team Italia a Desio contro la Russia: durante il viaggio in auto a causa di una performance non eccelsa Fogliata avrebbe sfogato la sua rabbia prendendola a sberle tanto da far sbandare la macchina: "se non ti giri (per prenderle, ndr ) vado fuori strada e ci faccio ammazzare". E poi l’utilizzo abituale del linguaggio scurrile. "Maiale, deficiente, rinco..., testa di c..., mi hai deluso" pare fossero epiteti ricorrenti rivolti alle ginnaste, sottoposte a pressioni inaudite anche per dimagrire sempre più, con controlli ossessivi del cibo, richieste di foto in mutande e il divieto totale di spuntini e dolci.