Provaglio d'Iseo, 31 marzo 2016 - In Franciacorta e sul Sebino è di nuovo allarme “bocconi avvelenati”. A fare la segnalazione è Roberto Boletti, volontario del Gruppo di Protezione civile “Argo” di Paderno Franciacorta. Boletti, che come tutti i membri dell’Argo è un cinofilo, tramite la sua pagina Facebook ha fatto sapere che a Provaglio d’Iseo vengono lanciati bocconi avvelenati nei giardini.
«Il giorno di Pasquetta è successo a uno dei cani di mia cognata: lo yorkshire Rudy – dice Boletti – per fortuna ha mangiato solo un pezzo del boccone che poi abbiamo recuperato tra l’erba. Era infarcito di topicida. Rudy ha avuto le convulsioni e ha vomitato tutta la notte. Poi si è ripreso. Se anziché da lui il boccone fosse stato mangiato dal cucciolo di casa, che ha 4 mesi ed è voracissimo, le cose sarebbero andate diversamente». Quello trovato dalla famiglia Boletti non è il primo. «Qualche settimana fa un pastore di 15 mesi è morto dopo avere mangiato qualcosa nel suo giardino – spiega il volontario – e so che la sua fine è avvenuta tra dolori strazianti». Nel Gruppo Argo di Paderno Franciacorta, i cinofili sono particolarmente sensibili al tema perché molti dei loro cani sono stati avvelenati. Una è morta recentemente. «Si tratta di Daisy, una bellissima cagnolina brevettata per la ricerca – dice Boletti – ha mangiato un boccone mentre era sul monte con il suo conduttore. Si stavano allenando a cercare, trovare e salvare le persone. Per noi è stata una perdita gravissima. Si impiegano anni a formare un cane operativo». In genere il periodo in cui si registrano più casi di avvelenamento è la primavera.
«In qualche caso – spiega il veterinario Lorella Morandi – chi fa l’orto in questo periodo usa il lumachicida. In genere a intossicarsi sono gatti e animali selvatici». I bocconi avvelenati più comuni sono quelli ripieni di topicida. «Cani e gatti in genere possono essere salvati – dice la veterinaria – perché il topicida ha bisogno di tempo per agire. È più difficile salvare chi ingerisce bocconi con antigelo o con oggetti metallici». Le vittime sono più di quelle che conosciamo. Gli animali selvatici non hanno alcuna possibilità di salvezza, si rannicchiano in un angolo e muoiono.