BEATRICE RASPA
Cronaca

Carabiniere-stalker condannato a 16 mesi

Brescia, assolto invece dall’accusa di lesioni per mancanza di querela. La vittima di pedinamenti e maltrattamenti era la moglie

L’ingresso del Palazzo di giustizia di Brescia

L’ingresso del Palazzo di giustizia di Brescia

Brescia - Un anno e quattro mesi. Questa la condanna inflitta ieri al termine del dibattimento a un carabiniere, finito a processo per maltrattamenti, stalking e lesioni nei confronti della ex moglie. Il militare, un quarantenne fino a qualche tempo fa in forza alla Compagnia di Chiari, era a giudizio perché accusato di aver fatto vivere un incubo alla madre dei suoi due bambini, dalla quale si era separato alla fine del 2017, e che non l’ha mai denunciato. L’inchiesta infatti ha preso le mosse da una segnalazione indiretta del padre della vittima, con il quale la signora pare si fosse confidata, e che aveva poi riferito formalmente alle forze dell’ordine quanto aveva sentito dalla figlia. Accertamenti condotti dagli operatori dell’Arma a carico del collega avrebbero permesso agli investigatori e agli inquirenti di trovare puntuali riscontri alle dichiarazioni rese per vie traverse dalla donna, e a chiedere e ottenere per il carabiniere il processo.

Stando alla prospettazione accusatoria l’uomo - trasferito in un altro Comando per una vicenda che nulla c’entra con i fatti oggetto dell’indagine in questione, ovvero come esito di un procedimento disciplinare che aveva riguardato alcuni militari sospettati di avere intrattenuto rapporti di amicizia e frequentazione con Francesco Mura, l’imprenditore delle estrazioni del lotto attualmente sotto processo per corruzione e riciclaggio - avrebbe sottoposto a vessazioni, fisiche e psicologiche, la compagna almeno dal 2017 al 2019. Non solo l’avrebbe pressata e pedinata, mettendo in atto il classico copione dello stalker, ma in più occasioni le avrebbe messo le mani addosso. Agli atti, infatti, ci sono un paio di referti medici della malcapitata, attestanti in un caso la frattura di un dito, nell’altro la lesione di una costola. Circostanze però appunto mai denunciate dalla moglie, e negate con fermezza dall’imputato, che si è detto innocente. Per la Procura, andava condannato a 2 anni e tre mesi. Il tribunale gli ha inflitto una pena più contenuta - sospesa con il beneficio della condizionale - ritenendolo responsabile solo dei reati di maltrattamenti e stalking. Non, invece, delle lesioni, per le quali mancava la querela.