
Carlo Antonini, malato di Sla, mostra insieme alla moglie la lettera inviata dall'Inps
Sarezzo, 30 settembre 2023 – Poco più di mille euro da restituire, 50 al mese, perché con un ricovero superiore ai 29 giorni in ospedale la moglie non avrebbe dovuto percepire l’assegno di accompagnamento. La richiesta è apparsa un po’ una beffa a Carlo Antonini, bresciano di Sarezzo, malato di Sla, che si è visto recapitare la lettera dell’Inps. "Voglio precisare che non voglio niente – sottolinea Antonini, che condivide pensieri e vicissitudini sui social, scrivendo tramite un comunicatore – ma voglio spiegare certe situazioni" , quelle "che un disabile deve passare".
Cosa è accaduto? Due anni fa, nel 2021, Antonini è stato ricoverato al Niguarda di Milano per una tracheotomia, e ha trascorso lì due mesi.
Con lui, la moglie Valentina, che deve sempre stargli accanto, notte e giorno, per evitare che soffochi. Dal Centro clinico Nemo era stato firmato un documento che attesta la necessità per Antonini di assistenza continua della moglie h24: sembrava essere la soluzione per evitare che fosse sospeso l’assegno di accompagnamento per il periodo di ricovero.
Tuttavia, giovedì è arrivata la lettera dell’Inps che spiega che è stato rideterminato l’importo della pensione a seguito dei dati trasmessi dal Ministero della Salute "relativi ai periodi di ricovero superiori a 29 giorni per l’anno 2021 a totale carico di strutture pubbliche".
In sostanza, l’Inps (a cui abbiamo chiesto delucidazioni) spiega che da settembre a novembre 2021 è stato "corrisposto un pagamento superiore a quanto dovuto per un importo lordo complessivo di 1.096,41" euro: per il recupero, saranno trattenuti 50 euro al mese sulle pensioni.
Nessuna polemica, da parte di Antonini, ma un’amara constatazione. "Se uno che prende l’accompagnamento va in ospedale e il grave lavoro di assistenza della famiglia passa all’ospedale, è giusto che per il periodo di degenza non prenda l’accompagnamento. Ma per un malato come me, che ha bisogno di una persona sempre vicino, che fa fare una carta dall’ospedale spedita all’Inps, questa carta poi vale se al massimo stai in ospedale 29 giorni? Senza dire i costi pagati da Valentina, circa 850 euro per il mangiare" mentre l’ambulanza "mi è stata pagata da amici che ringrazio ancora".
In poche parole, "mi hanno tolto l’accompagnamento per quei due mesi". Quindi l’appello agli amici social di condividere la sua storia, "perché queste stupidate vengano tolte, perché non tutti i malati sono fortunati come me".