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L’assessore al Bilancio Marco Garza ha illustrato le novità in commissione
Al via la revisione dell’imposta di soggiorno, ma il ritocco non sarà sull’importo, quanto sui periodi di esigibilità. Questa l’indicazione data dall’assessore al Bilancio, Marco Garza, che venerdì incontrerà le categorie di chi si occupa di ricettività, 450 strutture, di cui 391 case vacanza e locazioni turistiche (gli affitti brevi). "Proporremo alcuni correttivi – ha spiegato Garza in commissione Bilancio – non connessi alla natura delle case vacanza e locazioni brevi, ma al tipo di utenza che soggiorna. L’orientamento è di evitare di penalizzare i soggiorni lunghi, che interessano i lavoratori: a causa della crisi del mercato locativo, soggiornano in queste strutture per periodi lunghi". Oggi l’imposta di soggiorno è applicata fino a 72 giorni di permanenza, caso unico in Italia, come ha spiegato Alessandro Nostro, primo firmatario della petizione della neonata associazione Brescia host, per rimodulare l’imposta applicata a case vacanza e locazioni turistiche.
"L’imposta di soggiorno per case vacanza e locazioni turistiche è di 3,5 euro a notte per persona: siamo equiparati a un hotel a 5 stelle, pur non avendo gli stessi servizi né le stesse tariffe. Per un soggiorno di 7 notti in camera doppia in hotel a 5 stelle, l’imposta incide il 3,5%, per una casa vacanza il 10%. Ciò determina una concorrenza sleale. Chiediamo una proporzionalità, nel rispetto del regolamento comunale dell’imposta di soggiorno, per cui deve essere proporzionata e applicata secondo criteri di gradualità".
Per Garza, non è corretto "paragonare strutture con natura ontologicamente distinta". Sulla revisione, non sembrano esserci margini di manovra per una riduzione, anche se, secondo Fabio Capra (consigliere Pd) sarebbe meglio togliere qualcosa dai 3,5 euro, "piuttosto che ridurre i giorni massimi di esigibilità: ci sono lavoratori che evitano l’affitto per non pagare le tasse".
Federica Pacella