REDAZIONE BRESCIA

Caso Eni-Nigeria, i pm De Pasquale e Spadaro rinviati a giudizio: di cosa sono accusati

Secondo l'accusa non avrebbero depositato prove favorevoli agli imputati, poi tutti assolti definitivamente. Il processo si aprirà il prossimo 16 marzo

Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro

Brescia, 18 gennaio 2023 - Sono stati rinviati a giudizio il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e l'ex sostituto Sergio Spadaro, ora alla Procura europea antifrode, accusati di rifiuto d'atti di ufficio per non aver depositato nel febbraio-marzo 2021 prove favorevoli alle difese nel processo Eni-Shell Nigeria. Lo ha deciso oggi il gup di Brescia Christian Colombo.

Verso il dibattimento

Il processo si aprirà il prossimo 16 marzo davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Brescia e vedrà come parte civile l'ex vice console onorario in Nigeria Gianfranco Falcioni, ex imputato a Milano, il quale, attraverso i suoi legali - gli avvocati Pasquale Annicchiarico e Filippo Schiaffino - ha citato pure il ministero della Giustizia come responsabile civile. Le prove che secondo l'accusa furono nascoste riguardavano gravi circostanze emerse nell'indagine sul cosiddetto "falso complotto", come una falsificazione di atti prodotti in giudizio dal coimputato-teste dell'accusa Vincenzo Armanna e una sua possibile corruzione in atti giudiziari di un testimone.

La vicenda

Si è chiuso così il primo capitolo del procedimento a carico di De Pasquale, che è anche coordinatore del dipartimento affari internazionali, e Spadaro, coinvolti nella bufera che due estati fa ha investito la Procura di Milano, allora guidata da Francesco Greco, a causa dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria (su questo capitolo è sotto processo l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo). Bufera che sullo sfondo ha le vicende legate a Eni. I pubblici ministeri di Brescia stamane, nel loro intervento, hanno rimarcato l'esistenza di elementi sufficienti per ritenere che i loro colleghi milanesi, tra febbraio e marzo 2021, abbiano omesso "volontariamente" di depositare alle difese e ai giudici del caso nigeriano "informazioni, prima verbali e poi documentali" segnalate loro dal collega Paolo Storari (assolto anche in appello). Informazioni che, nell'ottica di De Pasquale e Spadaro, avrebbero potuto mettere a rischio il processo poi concluso con l'assoluzione, ora definitiva, di tutti gli imputati. 

De Pasquale e Spadaro: sempre agito correttamente

De Pasquale, come Spadaro, nel corso dell'udienza preliminare, ha rivendicato la correttezza del suo operato ritenendo di non aver commesso alcuna omissione ma di aver agito nel pieno esercizio del suo dovere d'ufficio: si trattava di "valutazioni fatte da un pm in dibattimento. Se si possono sindacare con lo strumento penale le valutazioni che fa un pm in dibattimento - ha sottolineato l'aggiunto -, beh, non dico che siamo a livello di Erdogan, però quasi".