FEDERICA PACELLA
Cronaca

Certificati di disabilità da rivedere: la sperimentazione non funziona (e ottiene l’effetto opposto). Cosa sta succedendo

Doveva semplificare l’iter per l’accertamento delle condizioni di disabilità e conseguente accesso alle prestazioni collegate. Invece sta solo creando difficoltà a utenti e medici di medicina generale (già oberati di lavoro)

Da sinistra Giovanni Gozzio Nicola Bastiani Federica Zanotti Dario Palini il presidente dell’ordine dei medici Germano Bettoncelli e Bruno Platto

Da sinistra Giovanni Gozzio Nicola Bastiani Federica Zanotti Dario Palini il presidente dell’ordine dei medici Germano Bettoncelli e Bruno Platto

Brescia – Doveva semplificare l’iter per l’accertamento delle condizioni di disabilità e conseguente accesso alle prestazioni collegate. Invece, la sperimentazione partita l’1 gennaio a Brescia e in altre otto province italiane (avviata in fretta, con una formazione praticamente inesistente) sta solo creando difficoltà a utenti e medici di medicina generale.

La piattaforma con cui i medici devono inviare all’Inps il certificato medico introduttivo (nuova e unica procedura con cui viene presentata l’istanza di accertamento della condizione di disabilità) non funziona quasi mai, né esiste un tutorial per la compilazione. Un’Odissea quotidiana, come racconta bene Federica Zanotti, medico a Castel Mella. “Per il certificato di una paziente, ho avviato la procedura stamattina (ieri per chi legge, ndr.), fuori orario di ambulatorio alle 9,10. Dopo due ore passate a scansionare documenti e ridurre pdf, l’invio non è andato a buon fine. Ho chiuso alle 11,40 con un nulla di fatto: due ore sottratte ai pazienti, nel pieno picco dell’influenza, per nulla”.

Adulti e bambini con gravi compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, rischiano quindi di non vedere riconosciuto il proprio diritto all’assistenza e all’integrazione sociale, per gli ostacoli nel documentare la propria condizione di disabilità. “In provincia di Brescia si fanno circa 27mila certificati di disabilità all’anno – spiega Bruno Platto, segretario dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Brescia –. Stimiamo quindi che, per gennaio, circa 2.250 persone non hanno avuto la possibilità di presentarlo. C’è un’ingiustizia clamorosa”.

Anche ammesso che il sistema funzionasse, attualmente c’è un vuoto per quanto riguarda le commissioni che devono, poi, rilasciare l’invalidità. Fino al 31 dicembre, grazie ad una convenzione tra Asst e Inps, a Brescia gli utenti ricevevano in media in 20 giorni l’invalidità, grazie alle commissioni. Ora è tutto in capo all’Inps, che ha non pochi problemi di personale. Quindi, c’è il vuoto. “Nelle premesse la norma è positiva – sottolinea Germano Bettoncelli, presidente Ordine dei Medici – ma nella pratica si sono create difficoltà per chi avrebbe bisogno di ottenere rapidamente un’assistenza”. Mantenere il doppio canale, ripristinando le vecchie modalità di certificazione della disabilità in attesa che il sistema nuovo vada a regime, potrebbe essere una soluzione. Intanto si guarda alla Federazione nazionale degli Ordini e al ministero.