
La croce di Cevo ha schiacciato e ucciso Marco Gusmini
Berzo Demo (Brescia), 20 ottobre 2018 - Quattro condanne e un'assoluzione. Così si è concluso il processo per la morte di Marco Gusmini, il 21enne disabile bergamasco che il 24 aprile 2014 ha perso la vita schiacciato dal crollo della croce di Job, il manufatto realizzato in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II e rimontata tempo dopo a Cevo sul dosso dell’Androla.
Il giudice Riccardo Moreschi ha condannato i quattro rappresentanti dell’associazione culturale Croce del Papa, proprietaria del manufatto. Omessa manutenzione e omicidio colposo i reati per cui erano finiti a processo. «La croce era assolutamente marcia – aveva sottolineato nella sua requisitoria il pm Caty Bressanelli - > L’obbligo di manutenzione gravava sull’associazione. Bastava nominare un esperto del legno. C’erano comportamenti dovuti che non hanno fatto. I consiglieri si ritrovavano nelle loro riunioni non solo per dire il rosario. Si parlava della croce, non si poteva andare solo per ragioni di carattere religioso».
Due anni di reclusione la pena inflitta dal giudice a Marco Maffessoli, il presidente dell’associazione. Il pubblico ministero aveva chiesto quattordici mesi. Dodici mesi di carcere, la pena è stata sospesa, la condanna inflitta a don Filippo Stefani, il parroco di Cevo per cui la pubblica accusa aveva chiesto nove mesi. Condannati a nove mesi di reclusione, così aveva chiesto anche il pm, gli altri membri dell’associazione coinvolti: Elsa Belotti e Bortolino Balotti.
Assolto «per non avere commesso il fatto» Renato Zanoni, il direttore dei lavori di manutenzione svolti a Cevo nel 2013. Anche per lui il giudice aveva chiesto una condanna a quattordici mesi di carcere. «Giustizia è fatta», il commento del suo legale mentre gli altri difensori sono pronti a ricorrere in Appello. Il giudice si è preso 90 giorni per depositare le motivazioni. Per la morte di Gusmini, la famiglia è stata risarcita con 700mila euro. In udienza preliminare era stato condannato a un anno il tecnico comunale Ivan Scolari. Aveva invece patteggiato un anno e due mesi Silvio Citroni, il sindaco di Cevo. Il gup Carlo Bianchetti aveva invece assolto Mauro Giovanni Bazzana, ex sindaco del Comune della Valcamonica teatro della tragedia. Assolti per non aver commesso il fatto anche altri due religiosi: don Santo Chiapparini e monsignor Ivo Panteghini.