BEATRICE RASPA
Cronaca

Condanne sì, ma senza mafia

“Pizza connection“, 10 pene e 4 assoluzioni. Sorrentino: "Non sono un mammasantissima"

di Beatrice Raspa

Dieci condanne, 4 assoluzioni. E nessun metodo mafioso. Così si è concluso il processo per la ‘Pizza connection’ bresciana, l’inchiesta che nell’autunno del 2018 aveva acceso i riflettori su estorsioni, atti intimidatori e incendi ad opera di pregiudicati campani e calabresi per l’accusa ‘manovrati’ dal ristoratore Massimo Sorrentino ai danni dei concorrenti. Per il pm Paolo Savio la pizzeria Tre Monelli (gestita dalla moglie), nella quale furono trovati due fucili, due pistole e un passamontagna, era il riferimento di una "corte di tossicodipendenti pronti a tutto per pagarsi le dosi, covo per pianificare attività illecite, dalla compravendita di merce rubata allo spaccio. E sul trono c’era lui, che spacciava coca in prima persona, capace di incutere paura grazie a una fama criminale estesa a tutta la città".

I giudici – presidente, Roberto Spanò – hanno inflitto a Sorrentino 10 anni e 11 mesi per ricettazione, spaccio, spendita di monete false, incendio (reato nel quale è stata riqualificata una tentata estorsione), mentre lo hanno assolto da altre estorsioni e una violenza sessuale di gruppo. In più hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso. "Mi aspettavo l’assoluzione, ma visto che ero accusato di essere un mammasantissima ho già vinto così, ci vedremo in appello" ha commentato Sorrentino uscendo dal Tribunale accanto all’avvocato Gianbattista Scalvi. Il procedimento coinvolgeva altri 14 imputati (uno è deceduto) tra cui due ispettori di Polizia in pensione, Nicolò Cunsolo e Enzo Origlia, nei guai a vario titolo per corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate: il primo è stato condannato a 2 anni (pena sospesa), il secondo, per Savio "nelle mani del clan Sorrentino", a 7 anni.

E ancora: 6 anni e 4 mesi inflitti a Marco Garofalo, 9 anni per Dejan Nedeljvovic, 2 anni e 8 per Marco Bolentini, 2 anni e 6 mesi per Alfredo Abrami, 3 anni e 7 mesi per Giacomo Ferro, 10 mesi per Francesco Marra e 6 per Antonio Garofalo. Assolti invece Saverio Tripodi, Carmelo Feliciano, Nunzio Conigliano, Antonio Alvaro. La Procura riteneva Sorrentino il mandante di una tentata estorsione ai danni di Frank Seramondi, il titolare della pizza al taglio di via Valsaviore ucciso con la moglie nell’agosto 2012, di un incendio della Lancia Y della proprietaria dell’immobile nel quale la pizzeria di via don Vender era in affitto. e di un incendio della veranda del bar Tribunale.