MILLA PRANDELLI
Cronaca

Lago d’Iseo, incubo cormorani: sono diventati il terrore dei pescatori. “Rubano i pesci dalle reti”

I componenti della cooperativa di Clusane lanciano l’allarme: “Costretti ad alzarci nel cuore della notte per evitare i loro assalti, ma l’efficacia della nostra attività ne risente”

Un cormorano durante il suo pranzo a base di pesce di lago

Un cormorano durante il suo pranzo a base di pesce di lago

Iseo, 27 gennaio 2025 – Lago d’Iseo: la minaccia viene anche dal cielo ed è costituita dal cormorano, che si fa sempre più furbo e ha imparato a “rubare” il pesce dalle reti dei pescatori di professione. Un appello si alza dai componenti della Cooperativa Fra Pescatori di Clusane, frazione di Iseo: nota anche come il paese dei pescatori e famosa in Italia per essere uno dei centri che ha più ristoranti dedicati alla cucina d’acqua dolce per numero di abitanti. Chi pesca per vivere chiede il contenimento del numero dei cormorani.

Voraci

Ogni giorno questi uccelli, che stanno lentamente ma inesorabilmente invadendo le rive dei laghi e dei fiumi lombardi, specie nell’area collinare ma pure in montagna, mangiano oltre mezzo chilo di pesce. Questo si traduce in un generale impoverimento della fauna ittica bresciana, già duramente provata dall’invasiva presenza del pesce siluro, che nel Sebino è un problema devastante. Attualmente, sul lago d’iseo, i cormorani censiti sono circa un migliaio.

E, con il passare del tempo, si sono fatti sempre più furbi. “Da diversi mesi ormai i cormorani hanno imparato a rompere le nostre reti da pasca – spiega Luciano Barbieri: uno dei cinque componenti attivi della Cooperativa per pescatori di Clusane d’Iseo, pescatore di professione –. Non lo avremmo mai creduto possibile, invece questi uccelli hanno capito come localizzare le nostre reti in profondità, forse grazie ai galleggianti colorati. Si tuffano e si immergono fino a oltre 15 metri di profondità, dove dilaniano le maglie che contengono i pesci che ci finiscono dentro durante la notte. Il danno è doppio: perché non solo ci portano via il prodotto che venderemo nella nostra sede e ai ristoratori, ma ci distruggono gli attrezzi da pesca. Teniamo conto che una rete se la compri costa 150 euro. Se te la cuci attorno ai 60 -70 le corde e il piombo escluse le ore per realizzarla a mano. Ci spiace dirlo ma i cormorani stanno contribuendo a mettere in ginocchio la nostra professione, che si fa sempre più dura”.

Strage di reti

Luciano Barbieri, uno dei pescatori della cooperativa
Luciano Barbieri, uno dei pescatori della cooperativa

Luciano Barbieri e i suoi colleghi spiegano che i cormorani rompono diversi tipi di reti. “Gli uccelli arrivano sopra i pezzi di polistirolo, che usiamo per segnalare le reti e scendono in picchiata. Le reti sono sottilissime: con fili di meno di un millimetro. Sono delicate, fatte giusto per contenere il pesce. Si tratta delle ‘pale volanti’ per il coregone, la cui pesca professionale è stata riaperta dallo scorso 15 gennaio, e delle ‘sardenere’ per le sardine. Loro non restano impigliati e risalgono con il pesce in bocca, a noi toccano il danno e la beffa. Ci perdiamo tanti soldi e molta parte di quelli che potrebbero essere i nostri incassi. Per evitare il problema ci alziamo nel cuore della notte e tiriamo su le reti prima del sorgere del sole, quando i cormorani non volano. Il fatto è che è troppo presto e questo scombina modi di pescare che usiamo da sempre”.

La vita, insomma, per i pescatori di professione del lago d’Iseo, che sono meno di trenta: sparsi tra le province di Brescia e Bergamo, è sempre più dura. “Siamo sempre meno –spiega Barbieri – ora siamo rimasti in sei di cui cinque operativi. La cooperativa per pescatori vuole continuare a esistere. Ma ovviamente vorrebbe essere aiutata almeno con alcune pratiche come il contenimento dei cormorani, che hanno deciso di stare sul nostro lago da non moltissimi anni. Oltre al siluro, minaccia subacquea, ci mancavano pure loro, con le loro incursioni dal cielo”.