Milano, 25 settembre 2024 – Sette dirigenze da accorpare per l’anno scolastico 2025-2026, 12 per il 2026-2027, in modo da arrivare a quota 1.096 dirigenti. Queste le indicazioni per il dimensionamento e organizzazione della rete scolastica, contenute nella delibera di giunta regionale 2784 del 15 luglio scorso. Su questo, stanno già lavorando le Province che, entro il 15 novembre, dovranno inviare alla Regione la programmazione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2025/26. Un quadro che non è derogabile: il provvedimento è stato, infatti, assunto in attuazione del Decreto Interministeriale n. 127 del 30 giugno 2023, che prevede la riduzione del numero dei posti di dirigente dcolastico e di Dsga nelle scuole che non raggiungono il numero minimo di popolazione scolastica (600 alunni o 400 nelle zone montane). Il calo demografico, del resto, è sotto gli occhi di tutti. Anno dopo anno, si riduce il numero di studenti, per effetto della riduzione delle nascite, e, di conseguenza, cala anche il numero di classi.
I casi di Brescia e Bergamo
Tra l’anno scolastico 2022/23 e il 2023/24, ad esempio nelle scuole bresciane si sono perse 66 classi, 32 in quelle della provincia di Bergamo, 58 a Monza, 162 nel Milanese, per citare le realtà con i numeri più eclatanti; 8 a Como, mentre Lecco e Sondrio sono in leggera controtendenza (+3 e +6, rispettivamente). In calo gli iscritti: nel 2024/2025, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio scolastico regionale, nelle scuole d’infanzia ci sono il 9,8% in meno dei bambini rispetto al 2020/2021, -8,68% alle primarie, -5,8% alle medie; crescono solo gli studenti delle superiori, +1,28%. In teoria, come chiarito dall’Anci Lombardia, dopo la delibera di Giunta, il dimensionamento non comporta la chiusura dei plessi scolastici né la soppressione delle classi, ma è sostanzialmente l’accorpamento delle dirigenze, in modo da raggiungere il numero minimo di alunni previsto dalle norme vigenti. Il processo, tuttavia, non è indolore. A Brescia, dove il Comune sta lavorando da mesi al dimensionamento, non si perderanno istituti comprensivi, che resteranno 12 per la città.
Nel capoluogo, è stato molto animato il confronto dell’Amministrazione con famiglie e insegnanti delle scuole del centro (in particolare “Tito Speri“ e “Marconi“) che passano dall’Ic Centro 3 all’Ic Centro 1, perché si teme di perdere continuità didattica, continuità di progetti, ma anche per la possibilità che, in caso di sovrannumero di iscrizioni (come spesso accade alla “Tito Speri“) la dirigenza possa dirottare le famiglie nelle altre scuole del centro. Un processo inevitabile, dunque, ma destinato a segnare il dibattito per i prossimi anni, visto che, nel 2026/2027, si dovrà arrivare a 1.096 dirigente, ovvero gli istituti comprensivi che non ci saranno più saranno 12.