Erano originari della Tunisia e del Marocco, ma come molti connazionali erano venuti in Italia alla ricerca di lavoro e orizzonti più stabili. Venerdì mattina hanno trovato la morte nel crollo di un gigantesco pilone di cemento in un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Firenze. Delle quattro vittime accertate, tre di loro risiedevano nel comune Palazzolo dell’Oglio, in provincia di Brescia (anche se uno di loro si era trasferito da poco a Chiuduno, nella Bergamasca). Un quinto operaio rimasto coinvolto nel crollo, anche lui residente a Palazzolo, non è stato ancora rintracciato tra le macerie, ma le speranze di trovarlo vivo sono pochissime.
I loro nomi sono Mohamed El Farhane, marocchino di 24 anni; Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni; Taoufik Haidar, marocchino di 45 anni. Il quarto morto accertato, l’unico italiano, è il cinquantanovenne Luigi Coclite, residente a Collesalvetti, in provincia di Livorno. L’operaio ancora disperso si chiama Bouzekri Rahimi, marocchino du 56 anni.
Comunità in lutto
A Palazzolo dell’Oglio, la comunità nordafricana è in lutto. Una raccolta fondi è stata avviata per riportare le salme delle vittime nei Paesi d’origine, in modo che le famiglie possano salutare i loro cari un’ultima volta. L’iniziativa è stata avviata da Laghlimi Jaouad, titolare di una macelleria islamica e amico di Taoufik Haidar, una delle prime vittime ad essere state identificate, che in Marocco lascia una moglie e due figli piccoli.
Haidar era in Italia da 15 anni e ha vissuto a Palazzolo per 8 anni, da poche settimane si era trasferito a Chiuduno, a mezz’ora da Bergamo. Lo scorso anno aveva lavorato per un'azienda bresciana in un cantiere di via Da Vinci a Treviglio (Bergamo) ed era stato anche iscritto alla Fillea-Cgil di Bergamo fino al 21 novembre del 2023.
Il più giovane degli operai, il ventiquattrenne Mohamed El Farhane, viveva a Palazzolo da circa due anni, mentre Mohamed Toukabri e Bouzekri Rahimi erano arrivati nel comune da pochi mesi.
I parenti delle vittime
Lo zio materno di uno degli operai marocchini, arrivato al cantiere di via Mariti a Firenze dove è avvenuto il crolla ha dichiarato: “Non sapevo niente, non sapevo nulla, è questo il problema. Sono arrivato adesso da Bergamo”.
Il parente di una vittima non ha voglia di parlare, affretta il passo, dice con voce emozionata di “essere stato avvisato adesso”, ripete di non sapere niente, neanche da quanto tempo il nipote lavorasse nel cantiere del supermercato. “Non so cosa abbia fatto qua”, ha anche detto cercando di reperire informazioni dalle autorità.
Al termine del sopralluogo nel cantiere, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha incontrato i parenti delle vittime: “Ho salutato i familiari di uno dei ragazzi morti, molto giovane. Venivano da Brescia e piangevano, li ho abbracciati forte, non ci sono parole per esprimere il dolore e la vicinanza”.
L’inchiesta per omicidio e crollo colposo
Tutti e quattro lavoravano per diverse ditte che, tra appalti e subappalti, svolgevano interventi di varia natura nella realizzazione del nuovo supermercato Esselunga. La Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e crollo colposo e venerdì pomeriggio gli inquirenti hanno iniziato a sentire le testimonianze di alcune persone, tra cui i responsabili della sicurezza del cantiere.
Il segretario del sindacato della Fiom Cgil, Daniele Calosi, ha chiesto di verificare la piramide di subappalti che, al momento, sembra coinvolgere almeno trenta aziende. “Dagli accertamenti che stanno svolgendo le autorità competenti – ha detto Colosi – sembrerebbero lavoratori a cui veniva applicato il contratto di metalmeccanici, ma che non stavano svolgendo lavori da metalmeccanici, ma lavori edili”. Dai primi accertamenti, sembra che due degli operai fossero senza regolare permesso di soggiorno.