REDAZIONE BRESCIA

Cultura, affare lombardo: 5 province nella top 20 del valore prodotto

La Lombardia si conferma leader nel panorama culturale italiano, con Milano in testa e Brescia e Bergamo tra le province con maggior valore aggiunto. La commistione tra cultura e digitale e l'abbassamento dell'età media dei fruitori sono trend in crescita.

Più digitale: si abbassa l’età dei fruitori

Più digitale: si abbassa l’età dei fruitori

Cinque province lombarde nella top 20 nazionale per valore aggiunto generato da attività culturali. Si tratta di Milano, al primo posto, con 18,5 miliardi di euro, Brescia e Bergamo con 2 miliardi, Monza con 1,7 e Varese con 1,3. Insieme Bergamo e Brescia fanno 4 miliardi di valore aggiunto confermandosi al quarto posto in Italia, come valore generato insieme nel 2023, anno di Capitale italiano della cultura. Sono alcuni dei dati che emergono dall’edizione 2024 di “Io sono cultura“, il rapporto annuale di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro studi Tagliacarne e Deloitte che, ogni anno, evidenzia come la cultura sia uno dei motori dell’economia nazionale.

Per quanto riguarda la Lombardia, sono più di 29 i miliardi di euro e 366mila gli addetti che collocano la regione ai vertici del panorama culturale italiano. Milano resta il polo principale, segno che è necessario lavorare per un riequilibrio sul territorio. Su base provinciale seguono Brescia con 1.913 milioni di valore aggiunto e 28.406 occupati; Bergamo con 1.764 milioni di valore aggiunto e 27.874 occupati; Monza Brianza con 1.525 milioni di valore aggiunto e 23.075 occupati; Varese con 1.234 milioni di valore aggiunto e 19.935 occupati; Como con 883 milioni di valore aggiunto e 14.697 occupati; Mantova 589 milioni di valore aggiunto e 11.180 occupati; Pavia con 522 milioni di valore aggiunto e 9.404 occupati; Lecco con 476 milioni di valore aggiunto e 7.331 occupati; Lodi con 485 milioni di valore aggiunto e 4.316 occupati; Cremona con 437 milioni di valore aggiunto e 7.313 occupati; Sondrio con 174 milioni di valore aggiunto e 3.102 occupati. Osservando le dinamiche della produzione, continua la crescita del settore dei software e videogiochi, che si conferma il maggiore generatore di ricchezza della filiera. Seguono editoria e stampa, attività dell’architettura e design.

Recupera l’ambito del patrimonio storico e artistico, seppur non si riescano a compensare le perdite di posti di lavoro registrate dopo il 2019. Guardando ai trend, si consolida la commistione tra cultura e digitale, con un ruolo centrale dei social (TikTok e Instagram) nella veicolazione dei contenuti e nella definizione dei successi. Tra gli effetti positivi c’è l’abbassamento dell’età media dei fruitori.Federica Pacella