FEDERICA PACELLA
Cronaca

Cyberbullismo, vittima un ragazzo su otto. Nel Bresciano 13mila casi

Le difficoltà emerse prima della pandemia sono aumentate con i lockdown. Il preside: "Esplosione di casi"

Cyberbullismo

Brescia, 6 novembre 2021 - Video di compagni in difficoltà durante l’interrogazione on line diffusi in chat, foto intime della fidanzatina o del fidanzatino inviate ad altri senza permesso. Con la pandemia il cyberbullismo, in tutte le sue forme, è aumentato a dismisura. Come ricorda Paola Cattenati, responsabile del Criaf, Centro Riabilitazione Infanzia, Adolescenza, Famiglia di Pontevico, 1 ragazzo su 8 tra gli 11 ed i 19 anni è stato vittima di cyberbullismo durante la pandemia, soprattutto col lockdown: nel Bresciano, si parla di quasi 13 mila ragazzi. "Sono aumentate le problematiche relazionali – spiega Cattenati – di cui il bullismo, nella forma anche cyber, è la degenerazione". Non che prima della pandemia le cose andassero meglio: solo il Criaf, nei suoi spazi di ascolto (38 sportelli in scuole della provincia) riceve 5-6000 ragazzi all’anno, 13-15 al giorno. "La difficoltà relazionale era l’emergenza già prima di Covid – prosegue – ora si è affiancata l’ansia". Con la chiusura delle scuole, invece, sono schizzati i problemi relativi al cyberbullismo. Filmati di compagni e professori messi in rete, contenuti violenti circolati tra le chat, anche per effetto dell’attenuarsi del controllo dei genitori, sono stati all’ordine del giorno.

«Chi era già prima isolato , con le lezioni a distanza si è trovato ancora più escluso – racconta Cattenati – è aumentato il sexting tra fidanzatini, che poi ha innescato grosse problematiche nel momento in cui le immagini sono state diffuse ad altri. In generale, la tecnologia non aiuta a costruire una relazione, se non ci sono già delle competenze sociali: in un attimo si passa dal “ciao“ ad un rapporto confidenziale che non c’è nella realtà. D’altra parte, per chi commette un’azione di bullismo, la tecnologia fa da filtro, nel senso che l’autore non si rende neanche conto delle conseguenze di ciò che fa". Un terreno fertile per far esplodere gli aspetti patologici. "Nelle scuole superiori il tema è molto sentito – spiega Fabio Spagnoletti, dirigente IIS “Falcone“ di Palazzolo – dopo il ritorno in presenza al 100%, è come se si fosse scattata un’ondata di problematiche di bullismo e cyberbullismo. Il nostro sportello di ascolto è stato travolto di richieste".

Per questo è stato apprezzato dalle scuole il progetto “Bullismo e cyberbullismo in @rete e nella rete“, che mette in rete 27 scuole della zona Sebino-Franciacorta, affiancate da comune di Chiari, Prefettura, Criaf, Camera di Commercio, Csv, Coordinamento comuni bresciani, biblioteca comunale di Trenzano, Ats Brescia e Ats della Montagna, le associazioni I sogni in tasca e filarmonica don Pietta di Passirano, col supporto di Federica Di Cosimo, referente provinciale bullismo e cyberbullismo per l’Ufficio scolastico. Tra le attività proposte, c’è un percorso di formazione per dirigenti e docenti scolastici: 300 le iscrizioni in una sola serata. "L’idea di fondo – spiega Vittorina Ferrari, dirigente Iis Einaudi di Chiari, capofila – non è quella di mettere in evidenza il cliché vittima/bullo, ma di sottolineare le grandi azioni di collaborazione tra scuole ed istituzioni e le azioni concrete che vengono fatte". Per la Prefettura, infatti, il nodo sta proprio nel considerare centrale tutta la comunità. "La prevenzione – commenta il viceprefetto Corrado Conforto Galli – sta nell’avere una struttura che coinvolga soggetti informati, perché si possano intercettare i problemi e offrire un punto di riferimento". Secondo il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale Giuseppe Bonelli, "a monte c’è la sottovalutazione e l’incapacità di leggere nella testa e nel telefonino dei ragazzi, ma a volte anche una mancanza di empatia. La carta vincente è tornare alla cultura, alla capacità di leggere e capire quello che si sta vivendo".