BEATRICE RASPA
Cronaca

Depistaggio sull’infortunio mortale. Tacciono i titolari di Valpalot Ski

Hanno scelto la linea del silenzio, per ora, Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti, i titolari di Valpalot Ski arrestati...

Hanno scelto la linea del silenzio, per ora, Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti, i titolari di Valpalot Ski arrestati...

Hanno scelto la linea del silenzio, per ora, Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti, i titolari di Valpalot Ski arrestati...

Hanno scelto la linea del silenzio, per ora, Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti, i titolari di Valpalot Ski arrestati (ai domiciliari) venerdì scorso per l’omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro del collaboratore Angelo Frassi. Il sessantasettenne di Pisogne un mese fa – il 28 dicembre – era caduto da un palo dello skilift sul quale si era arrampicato senza imbragatura né casco protettivo per sistemare un blocco dell’impianto, ma per l’accusa gli indagati – nell’inchiesta è coinvolto anche un dipendente della società – avrebbero inscenato un malore così da evitare guai.

Ieri marito e moglie, lui direttore tecnico e allenatore, lei ex slalomista nazionale, sono comparsi davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia ma hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. L’avvocato Giacomo Maj, che li assiste, non ha avanzato alcuna richiesta di ammorbidimento della misura. E nemmeno sarà imminente una richiesta di dissequestro dello skilift "Duadello", finito sotto sequestro perché la magistratura sospetta qualche carenza sotto il profilo della manutenzione: a breve la sciovia – peraltro a fine 2024 al centro di un accordo tra Regione e Comunità montana per l’assegnazione di quasi un milione di euro destinati all’ampliamento delle piste e alla costruzione di servizi – sarà oggetto di una consulenza tecnica per accertare le condizioni.

Stando agli inquirenti era stato il blocco di un seggiolino a indurre Frassi, di buon mattino nella stazione intermedia della pista per controllare che gli sciatori si sganciassero regolarmente, a scalare il pilone dello skilift senza indossare dispositivi protettivi né tantomeno aver fatto una formazione ad hoc. Vedendo che il blocco persisteva, i colleghi avevano contattato via radio dalla stazione a valle il sessantasettenne senza ottenere risposta, dunque l’hanno raggiunto in motoslitta. È stato un altro addetto – indagato per favoreggiamento – a trovarlo esanime. Dopo essersi confrontato con i titolari - è la tesi accusatoria - questi avrebbe allontanato il corpo dal pilone per deviare i sospetti. Alcuni giovani sciatori però hanno assistito a parte dei fatti. E l’autopsia ha evidenziato sul corpo della vittima un trauma incompatibile con un infarto.

B.Ras.