PAOLO CITTADINI
Cronaca

Brescia, mazzette per ricongiungimenti familiari: Procura chiude indagine

Nel corso del 2017 il funzionario avrebbe lavorato decine di pratiche facendosi anticipare denaro anche per marche da bolli e altre fantomatiche spese.

Palazzo Broletto sede del Comune Lodi

Brescia, 29 giugno 2018 - La Procura di Brescia ha chiuso le indagini sul 35enne dipendente del Comune applicato alla Prefettura sospeso per sei mesi dal servizio perché si sarebbe fatto pagare da alcuni cittadini stranieri per fare ottenere loro il nulla osta necessario per consentire l'arrivo in Italia dei parenti con la "formula del ricongiungimento familiare".

L'uomo, nato in Brasile e residente in un comune della Bassa, è accusato di concussione, corruzione, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Con lui sono finiti nel registro degli indagati per corruzione anche 8 cittadini stranieri (5 pachistani e tre indiani) che avrebbero versato al dipendente del Comune di Brescia tra i 100 e i mille euro per potere ottenere i documenti (che il dipendente non avrebbe potuto fornire perché non autorizzato a farlo) utili per l'ingresso  in Italia dei parenti.

Nel corso del 2017 il funzionario avrebbe lavorato decine di pratiche in questa maniera facendosi anticipare denaro anche per marche da bolli e altre fantomatiche spese. L'indagine coordinata dalla Procura di Brescia e condotta dai carabinieri della compagnia di Brescia era partita dopo la segnalazione di un praticante avvocato avvicinato allo sportello Unico dell'immigrazione dal dipendente comunale (assunto in Loggia come agente di polizia Locale e poi spostato in diversi uffici fino ad arrivare in Prefettura da dove era stato poi allontanato quando gli investigatori avevano sollevato la questione parlandone con i vertici degli uffici di palazzo Broletto) che avrebbe promesso di agevolare le pratiche dei suoi assistiti in cambio di somme di denaro. I nove indagati hanno ora 20 giorni di tempo per farsi sentire dal pm Ambrogio Cassiani o depositare memorie. Scaduti i termini la Procura potrà chiedere il loro rinvio a giudizio o archiviare la loro posizione