REDAZIONE BRESCIA

«Mi sono fatto, ti offro da bere». Viaggio nella disco senza freni

A Desenzano drag queen e alcol a fiumi. «Lo sballo a tutti i costi» di Milla Prandelli

L’Art Club Disco a Desenzano del Garda

Desenzano, 24 luglio 2015 - In discoteca arrivano già ‘carichi’, gli occhi sono fari accesi sulla notte, una notte tutta da ballare. A poco o nulla servono i richiami delle forze dell’ordine e l’attenzione dei gestori delle discoteche e dei locali che sul Benaco, il lago di Garda, ogni sera accolgono centinaia di giovani e meno giovani, italiani e stranieri. Figuriamoci se la notte poi è ‘bianca’ come quella di mercoledì a Desenzano. Prima la festa nelle vie del centro storico, poi – quasi scontato – l’approdo in discoteca per vedere sorgere l’alba. Tra i locali più cool, c’è l’Art Club Disco, di proprietà della celebre Madame Sisì, locale tra quelli definiti gay friendly, musica di vario genere, spettacoli animati da Drag Queen e ballerini muscolosi e ben poco vestiti. E il pubblico – eterogeneo anche per età – impazzisce. Follie sì, ma controllate. Lo si capisce sin dall’arrivo: il servizio di sicurezza interno ed esterno al locale è puntuale. Chi ha intenzione di sballare, potrebbe faticare a trovare mercato. In compenso l’alcol scorre a fiumi, sembra l’amplificatore di una serata che prima ancora di varcare la soglia del locale è già su di giri. E qualcuno prende in giro chi decide di non bere.

È accaduto anche alla cronista, avvicinata da un giovane di Brescia molto carico. Dopo avere tentato un approccio ed essersi raccontato ammettendo di «avere preso qualcosa» l’uomo propone di bere qualcosa insieme. Alla risposta: «Ok, prendo volentieri una cola» questi si è messo a ridere e ha replicato: «Non investo i miei soldi in sostanze non alcoliche». Poi se n’è andato. La cronista rimasta in mezzo alla pista viene soccorsa dagli amici del giovane predatore: «È un po’ fuori: noi siamo i suoi guidatori sobri. Ci ha offerto la serata per potere trasgredire». Okay, cambio musica. La notte scivola via veloce, tra molti, molti cocktail. Tanti ragazzi sembrano alla ricerca della ‘felicità forzata’, quasi fosse un dovere andare fuori di testa.

«Io lavoro nelle discoteche – spiega un giovane della Bassa bresciana –. Non in questa, lo preciso. E ne ho viste di tutti i colori: ragazzi che stanno male, c’è persino gente che perde i sensi. Vogliono andare fuori a tutti i costi. E a noi tocca aiutarli. Quando mi trovo dall’altra parte ci penso e così mi limito a un solo cocktail, meglio se ben fatto».

Ma allora i controlli funzionano... «Non sono tanto le discoteche a rappresentare un pericolo – spiega un altro ragazzo –, ma quello che viene prima. In discoteca le consumazioni costano. Così si beve l’impossibile in qualche bar o pub, o addirittura si comprano alcolici al supermercato, che qualcuno condisce con qualche sostanza. Certe cose vanno prese prima. Trovarle è facile, anche guardando la persona giusta per strada in certe zone di questa tranquilla cittadina o lungo le rive del lago». Terminata la nottata, il popolo della discoteca non sempre va a casa. C’è chi dà l’assalto ai chioschi per un panino e chi trascorre qualche ora in macchina per riprendersi. Dietro l’angolo, i posti di blocco. Nei quali, puntualmente, incappa anche la cronista.

A esame superato il finanziere le confida: «Non c’è servizio che non termini con patenti sospese o punti tolti. Il nostro impegno è massimo, ma indubbiamente c’è chi continua a bere e usare droghe prima di mettersi al volante». Il pensiero va al ragazzo che poco prima aveva tentato l’approccio e se n’era andato per la bibita analcolica, lui aveva arruolato un guidatore sobrio. A casa avrà fatto certamente ritorno, ma quanto reggerà certi sballi? È la domanda che tinge di giallo una timida alba.