
Don Ciro Panigara ieri era in Tribunale per l’interrogatorio di garanzia
San Paolo (Brescia), 23 aprile 2025 – È arrivato in Tribunale ieri alle 13,20 accompagnato dal proprio avvocato, Paolo Botticini. Il gip Alessandro D’Altilia lo attendeva per l’interrogatorio di garanzia alle 13.30. Abito scuro su cui spiccava il bianco del collarino ecclesiastico, passo veloce, sguardo imbarazzato.
Don Ciro Panigara ha raggiunto l’aula del giudice al primo piano e l’ha lasciata un’oretta più tardi, uscendo dal retro così da evitare i giornalisti. Contattato, il suo legale non è stato rintracciabile, dunque al momento non è dato sapere quale sia la sua versione dei fatti. Si sa però che si è avvalso della facoltà di non rispondere al giudice. L’ex parroco quarantottenne di San Paolo una settimana fa era finito ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di sei parrocchiani adolescenti.
Si era dimesso precipitosamente a inizio gennaio dall’incarico nel paese bassaiolo che aveva assunto solo il 25 ottobre 2024 per il sopraggiungere di “elementi di criticità che consigliano d’interrompere immediatamente l’esperienza parrocchiale”, recitava una lettera del vescovo Pierantonio Tremolada letta in chiesa.

Le criticità consistevano nelle rivelazioni ingombranti di un giovanissimo che, in preda allo shock, aveva confidato a un educatore di essere stato molestato dal prete una notte di dicembre, durante una vacanza di gruppo. Il ragazzino aveva riferito che don Ciro, mentre entrambi dormivano nel sacco a pelo sullo stesso materassino, gli aveva afferrato la mano per compiere un gesto riprovevole. La notizia era arrivata alla Curia e ne erano scaturite le dimissioni. Nessuno però aveva sporto denuncia, carabinieri e Procura hanno iniziato a indagare in autonomia.
Scoprendo così che il prete era già stato allontanato dalla parrocchia di Adro dodici anni prima, nel 2013, in seguito a un’altra criticità. Ancora un presunto abuso, rivelato da un altro ragazzino. Gli inquirenti – ancora al lavoro – hanno ricostruito che il don tra il 2011 e il 2013, quando era curato in Franciacorta, avrebbe allungato le mani con altri cinque ragazzini tra gli 11 e i 13 anni. Ragazzini che si sarebbe tirato sulle ginocchia per farli giocare al computer.